Di sicuro non era la prima settimana che si sarebbe aspettato coach Pino Sacripanti. Di sicuro il timoniere bianconero non si sarebbe aspettato di dover fare i conti di nuovo con il mercato, dopo aver speso, un’estate intera a rincorrere i propri obiettivi, ad usare tutte le armi possibili ed immaginabili per evitare bagarre economiche ed aste al rialzo, ma solo ed esclusivamente di pensare come affrontare il caldo micidiale che sta attanagliando Terra di Lavoro e non solo, in questi primi giorni di preparazione. Ed invece, Sacripanti e la Juve hanno dovuto fare i conti con una variabile che ad essere sinceri è più una costante negli ultimi anni, specialmente ad inizio stagione: la Dea Bendata. La fortuna proprio non ne vuole sapere di essere dalla parte di Caserta e della Juve ed allora ecco arrivare prima la grana Kyle Visser e poi quella legata a Nic Wise. Prima la spalla del lungo di Wake Forest infortunatasi durante una classica partita prima di partire per l’Italia con la quale i giocatori con destinazione oltreoceano, chiudono la vacanza lavorativa e presentarsi pronto per l’inizio delle ostilità, poi l’operazione. Intervento alla cuffia dei rotatori che non permetterà a Visser di scendere in campo prima di qualche mese, ovvero quando le terapie avranno fatto il proprio corso e l’arto del giocatore sarà in grado di svolgere tutti i movimenti di rotazione ed extrarotazione senza risentirne non solo dal punto di vista medico, ma anche da quello fisico del dolore. Per quanto riguarda il playmaker che porta un nome celebre e ben conosciuto in Italia quale Dominique come il grande Dominique Wilkins, la questione sembra essere molto meno grave di quella che si era prospettata nei giorni scorsi alla quale si erano rincorse tante voci di taglio. Il problema al ginocchio dell’ex talento di Arizona, non è legato ad un infortunio, ma ad una questione muscolare di un quadricipite che è risultato essere alle visite mediche più piccolo dell’altro. Un problema in se importante, ma risolvibile cosi come è stato negli ultimi anni della carriera del metronomo a stelle e strisce. Il tutto si risolverebbe, infatti, con un lavoro differenziato e di potenziamento del quadricipite che a sua volta è fondamentale nella tenuta di un ginocchio che qualche problemino ce l’ha e non certo da quando è venuto a Caserta. Il vero problema, dunque, sarebbe il tempo necessario per rimettere in sesto il muscolo e poi il giocatore stesso. Tre settimane di lavoro solitario per la gamba per poi provare sia in sede di potenziamento, che successivamente, anche un lavoro di preparazione per non restare troppo indietro rispetto ai compagni o meglio non troppo indietro considerando che inesorabilmente la sua tenuta fisica sarà ridotta rispetto a chi sta sudando non solo le proverbiali, ma anche le reali sette camice anzi t-shirt da ormai lunedì pomeriggio. Ancora una volta la Juve è costretta a scegliere, è costretta a decidere se puntare su Wise aspettando ginocchio, quadricipite e forma fisica o cambiare di sana pianta e tornare a caccia di playmaker. Una caccia, però, che potrebbe essere infruttuosa del tutto o solo in parte, visto che cosi come per la questione lungo, anche per quella del playmaker, il numero di pretendenti che potrebbero essere messi nella stessa voce economica e di talento di Wise è un qualcosa di veramente arduo da decifrare. Al momento la priorità è per la front line. Trovare un lungo che si adatti a pieno alle caratteristiche di una squadra che era stata messa assieme con l’idea di avere Visser, è una necessità primaria. Il primo banco di prova si avvicina, le prime partite anche e mettere tutto sulle spalle di Michelori, inteso come albatross d’aria ed unico uomo internodi natura, non è certo cosa buona e giusta. Senza contare che il budget usato per ricoprire la casella lasciata vuota da Visser, sarà determinante specialmente se si dovesse decidere di cambiare anche l’altra parte dell’asse più importante di una squadra e quindi quello play-pivot. Se si dovesse risparmiare sul lungo, le pretese economiche per il playmaker si potrebbero alzare cosi come l’asticella del calderone dove cercare un eventuale sostituto all’interno di quello stesso effetto domino che ha caratterizzato tutto il mercato bianconero.