E’ un Tatanka Russo sorridente e contento dopo aver battuto, con una spettacolare terza ripresa, l’azero Mammadov. “Ho rispettato il piano che avevo in mente per questa gara – comincia Clemente nell’analisi -. Conoscevo Mammadov, è bravo e rapido di gambe infatti nei primi due round andavo a vuoto coi ganci. La tattica era rimanere col punteggio li e cosi’ è stato; non dovevo mettermi vicino e mi sono mosso tantissimo con le gambe. Lui ha fatto fatica a cercarmi nella terza ripresa”. Il secondo round è stato tremendo con tanto di conteggio: “Ho accusato molto il colpo preso, ma per fortuna ho gli addominali per tenere anche queste botte. Poi, nel terzo round, dopo i primi due ganci ero sicuro di potercela fare. Venti anni di esperienza e cazzimma mi hanno portato a capire che ero avanti nel punteggio”. Una dedica speciale per questa finale? “Quella grande la facciamo domani, quella piccola va ai gufi ed i corvi: beccatevi questo. C’è gente che non aspettava altro che la mia sconfitta. Peccato, dovete aspettare ancora”. Ed ora c’è Usyk: “L’ho battuto ai quarti a Pechino ma era molto giovane. Adesso è migliorato tantissimo. Devo temere il suo ritmo e fare la stessa gara di oggi”.