Contro tutto un popolo che ha inneggiato dal primo all’ultimo colpo il proprio idolo. Contro un avversario di grandissima forza come Luke Campbell, argento agli ultimi Mondiali disputati a Baku nel 2011. Contro il tremendo ruggito dell’Excel Arena. Contro la tensione, logica, di essere ad un passo dai quarti di finale. Con questa testa saliva sul ring il nostro Vittorio Jahyn Parrinello che, dopo aver battuto agevolmente il namibiano Matheus nel primo turno, cercava il pass per entrare tra i magnifici otto e continuare il sogno di una medaglia. Al suono del gong arriva una sconfitta di misura davanti a campioni del calibro di Evander Holyfield e Lennox Lewis.
Nel primo round, dopo una veloce fase di studio, Campbell comincia a scaldare il sinistro anche se Parrinello è reattivo tanto che spara due ganci che il britannico sente. Alla fine del primo round è 3-3 coi pugili che sono in vero equilibrio. Si riparte con la seconda ripresa che si apre col solito sinistro del padrone di casa che trova un varco nella difesa del matesino. Campbell cerca di abbassare il ritmo dimostrando di soffrire i rapidi movimenti del nostro Parrinello che, pero’, spesso non riesce a colpire il bersaglio ma incassa l’ennesimo sinistro. E’ una vera battaglia, aumenta i ‘corpo a corpo’, ed il destro infilato dal matesino fa innervosire il vicecampione del mondo. Il centro del ring è sempre di Parrinello che è sotto, scandalosamente, 8-6 (si sente profumo di Seul ‘88). Ultimo round all’arma bianca, bisogna attaccare ed il primo gancio destro è di Parrinello. E’ una seria di attacchi durissimi quelli che infila il matesino che si lascia preferire al britannico che fatica a centrare la figura. Sul finire di round Campbell piazza uno splendido sinistro. Il pugile di casa riesce a finire il round indenne. Si aspetta il verdetto della giuria: è 11-9. Finisce qui l’avventura olimpica del primo dei quattro pugili di Terra di Lavoro.