Parlano lo swahili, ma sono bianchi e con i capelli biondi. Si dividono tra la mozzarella di Caserta e la California, ma sono amici dei mezzofondisti che si allenano sugli altipiani di Eldoret. Loro in controtendenza hanno preferito la piscina, che in Kenya non è certo sport per tutti e ora il sogno è comune a quello dei runners più celebri del Continente africano: regalare al loro paese la prima medaglia olimpica del nuoto. Jason e David Dunford sono l’orgoglio di quello spicchio d’Africa che ha insegnato al mondo a correre, ma che fatica a stare a galla: i due fratelli, rappresentanti della minoranza white del Kenya, portano a Londra la tradizione di un continente intero, ma anche una fetta d’Italia. La coppia è infatti allenata da Andrea Di Nino, il tecnico globetrotter che a questi Giochi farà l’esordio anche sulla panchina russa: abituati a fare la spola tra gli Usa e il Belpaese, i Dunford sono arrivati a Londra via Bristol, dove hanno ultimato la preparazione. “Sono orgoglioso di essere keniano e qui a Londra voglio regalare la medaglia al mio paese” dice Jason che, più titolato dei due, nei 100 farfalla (una delle gare del gigante Michael Phelps) ha sfiorato il podio ai mondiali dello scorso anno. E sarà proprio lui, un bianco, a fare il portabandiera del Kenya nella cerimonia inaugurale del 27 luglio.
Il mix di culture fa di questi ragazzi un punto di forza (la mamma è ebrea, loro poco praticanti): i genitori sono keniani da tre generazioni, papà Martin ha un grande business nella ristorazione. Jason e David però per fare il salto di qualità in vasca sono dovuti migrare all’estero perchè in Kenya le piscine olimpioniche scarseggiano (ce ne sono solo tre). In Italia, alla corte di Di Nino e di Matteo Giunta, nominato capo allenatore della nazionale di nuoto keniana, hanno trovato il loro piccolo paradiso: “Da noi stanno bene – dice Di Nino, che in molti già chiamano il ‘Capello’ e lo ‘Spalletti’ del nuoto – ma non hanno imparato l’italiano, certo quando si tratta di andare a pranzo sono contenti…”. Complice la pizza che non trovano certo buona altrettanto in California, dove studiano all’Università di Stanford, seguono una dieta molto salutista (“Hanno scoperto dei semi di una pianta grassa del deserto americano che sciolti in acqua garantiscono sali e proteine” racconta Di Nino) e Jason ha anche trovato l’amore. Certo non sono i figli dell’Africa povera, ma dal loro paese non sono emigrati e lì vogliono tornare quando il nuoto non li farà più girare. Jason adora la sua Nairobi, ma anche Mombasa. “Quando torno a casa adoro rilassarmi surfando sull’Oceano: la natura della mia Africa è totalizzante” dice Jason, che quando smettera’ di fare l’atleta vuole aprire un’accademia e insegnare a nuotare ai ragazzini keniani. A Londra sfiderà Big Michael: “Ha una nuotata simile a Phelps – dice Di Nino – certo fisiologicamente sono agli antipodi, Jason è decisamente più esile: ma la sua forza è la velocità, gli manca un po’ il ritorno nel finale. Però il salto per il podio non è impossibile”. Con l’Africa nel cuore i fratelli Dunford inseguono il sogno a cinque cerchi: per fare grande un paese intero.