Una tappa estiva di ‘Colore e Calore’ col groppo in gola e necessaria da scrivere e raccontare. Finisce con una riga secca e laconica la storia sportiva di una delle compagini della pallacanestro italiana piu’ amata, discussa e venerata della storia recente. «Il Consiglio Federale ha revocato l’affiliazione alla società Fortitudo Bologna». Forse andava fatto prima, ma comunque fa male. Tutti sanno del legame viscerale esistente tra la Fortitudo Bologna e la Juvecaserta, o meglio tra la Fossa dei Leoni e l’Inferno Bianconero. Un legame solido come la roccia che va avanti da oltre venti anni ed ha reso speciale ogni incontro tra le due tifoserie (visto che, sul campo, per alterne vicende ci si è scontrati poco). Inutile stare qui a fare la cronistoria di una morte annunciata, voluta, direi anche meritata visto il buco economico aperto. Chi vive di basket sa e diventa stucchevole ripercorrere le tappe della folle gestione Sacrati. Il pensiero corre ai ‘fossaioli’, a ragazzi che hanno fatto una scelta (giusta o sbagliata che sia non sta certo a noi o ad altri commentarla e giudicarla), sono andati controcorrente, hanno cercato disperatamente di tenere il vita quel numero ‘103’ segnale tangibile della storica affiliazione in FIP. Hanno scelto la strada piu’ impervia (sarebbe stato decisamente agevole salire sul carro di Romagnoli e della LegaDue). Nuovamente hanno fatto delle scelte che in pochi hanno capito, ma le hanno portate avanti. Oggi si ritrovano inondati di messaggi d’affetto e stima da parte di tutti gli aficionados casertani che sanno, fin troppo bene, cosa si provi in questi momenti. Con la Fortitudo se ne va anche una parte di me: quella simpatia nata principalmente per il gemellaggio tra le curve, è diventato sincero amore nel mio cuore. Ho tifato, mi sono emozionato, ho scelto la Effe come compagine da sostenere ai massimi livelli quando, ahimè, Caserta era oltre la periferia del basket. Difficile spiegare, anche per me, cosa sia stata quella canotta: ogni volta che andavo a Bologna una tappa al Point era doverosa per racimolare una shirt, una felpa o un semplice adesivo, se giocava la Effe non si poteva saltare l’appuntamento. Non so quante volte ho indossato una felpa che mi fu regalata, oppure una maglietta; ricordo ancora l’incontro con Gaetano Curreri (l’autore dell’inno ufficiale della Fortitudo, quella vera) dopo un concerto qui in provincia di Caserta; ero con altri amici e decidemmo di portare una sciarpa della Fossa e le magliette del gemellaggio con Caserta. Gaetano ci saluto’ dal palco e poi parlammo a fine concerto (c’è anche un pezzo in Colore e Calore). Gaetano… grande amico di Pino Sacripanti. Era una canotta strana: diventavano eroi e miti anche i giocatori ‘normali’ che, pero’, avevano fatto un qualcosa per rendere unico un momento. Quella canotta la porto nel cuore, e con me tantissimi casertani. Ho gioito per i buzzerbeater di Douglas a Milano o di Malaventura a Forli’, per le triple ignoranti di Basile, per i movimenti dolci di Fucka, per le magie di Myers, le schiacciate di McRae (rest in peace Conrad), per il pick ‘n roll Pozzecco/VDS oppure mi hanno emozionato giocatori meteore come Mulaomerovic (ricordo un tremendo 3/3 dalla lunga distanza, a Milano, in una gara di regular season) o ho imprecato davanti al gioco da 4 punti di Danilovic (grazie ancora Wilkins) e la semifinale di Eurolega persa con le ‘Vu nere’ o ancora la travolgente debacle nella finalissima continentale contro il Maccabi allo Yad Eliyahu. Sarebbero tante le cose da dire sulla Fortitudo, oggi resta l’amarezza ed una maglietta che mi fu regalata da un tifoso bolognese. Diceva: “La storia si divide in chi ama essere e chi avere, noi orgogliosi di essere la Fortitudo”. In quelle parole c’è tutto il tifoso della Effe: meno nobili della Virtus, meno vittoriosi, ma piu’ romantici e sognatori. Di gente che rendeva Piazzale Azzarita una vera bolgia. Questi erano i tifosi della Fortitudo.
E andro’ sempre in giro con una parte di cuore in meno, e sara’ quella che mi hai rubato e che non mi restituirai mai…
Ciao Fortitudo, ti porto nel cuore.