Il Gladiator è arrivato ad un passo dal sogno della conquista della Serie D, ma ha dovuto destarsi nel peggiore dei modi al cospetto del Città di Messina, formazione sulla carta per nulla superiore ai nerazzurri, ma con una difesa saldissima (la migliore d’Italia con 8 gol subiti in 34 partite) e con tanto ‘mestiere’. Il sodalizio del presidente Luce, che ad inizio stagione dichiarò di voler vincere tutto, è giunto sempre lì lì per conquistare qualcosa di importante, ma per un motivo o per un altro si è fermato sempre ad un passo dal traguardo. A Santa Maria Capua Vetere la delusione è tanta, ma è pari alla speranza di un futuro roseo nelle mani di una dirigenza che è decisa ad investire nel calcio nella città del Foro. Negli ultimi giorni si è parlato tanto di ripescaggio e di acquisto di un titolo sportivo di Serie D, nella fattispecie quello del Nuvla San Felice (per un paio di giorni si è parlato anche dell’ipotesi Neapolis, che è poco percorribile, però). Nonostante la smentita del presidente Luce alla nostra testata, la trattativa c’è stata e probabilmente il club sammaritano vuole tenerla quanto più sottotraccia possibile o magari cercare di risparmiare qualcosa (un titolo sportivo di una società di D costa in media poco più di 150mila euro) in vista della prossima stagione, vedendo se ci sono i presupposti per un ripescaggio in LND. Quel che è certo è che prima della finale play-off coi messinesi il Gladiator era tra le primissime squadre nella speciale graduatoria per le compagini che potevano chiedere il ripescaggio qualora un tot di squadre rinunciasse alla categoria. La finale di ritorno al ‘Piccirillo’ è stata costellata da episodi che di sportivo hanno ben poco sia dentro che fuori dal campo. Il Gladiator si è beccato 3000 euro di multa per responsabilità oggettiva, dato che in campo è ‘piovuto’ di tutto e il referto dei commissari di campo è stato poco lusinghiero verso l’ambiente sammaritano ed in più i nerazzurri giocheranno fino al 31 dicembre 2012 nel proprio stadio a porte chiuse. Questi episodi inficiano di fatto la posizione nella classifica delle società meritorie per quanto riguarda la disciplina, ma è anche vero che le gare a porte chiuse non è una squalifica del campo, cosa che comporterebbe una penalizzazione di 2 punti per ogni gara giocata in uno stadio ‘neutro’ (fino al 31 dicembre sarebbero state tra le 6 e le 7 giornate). Intanto la società ha provveduto a redigere un ricorso tramite i legali di fiducia per far, quanto meno, ridurre la sanzione in questione. Pesano, anche se relativamente, poi le giornate di squalifica, 3 a testa, per Iafullo e Bizzarro rimediate nella gara interna di finale col Città di Messina. Insomma la faccenda è complicata e bisognerà aspettare la classifica stilata dalla Federazione e vedere quanto quest’ultima gara, con i relativi fatti annessi, abbia influito. Qualche flebile speranza c’è, ma non c’è da essere tanto ottimisti. Se proprio si vuole la D, meglio pensare ad un titolo a questo punto, nonostante dia più soddisfazione una vittoria ed una promozione sul campo o magari un’ammissione d’ufficio ad una categoria superiore. Il tempo stringe.