Sarà un fine settimana di stallo per quanto riguarda l’affare Andre Smith. Questo lo scenario che si prospetta in casa Juve per quanto riguarda la decisione di colui che è stato, ormai, scelto da tempo come rappresentante e uomo immagine della prossima stagione. Negli ultimi giorni le possibilità di rivederlo all’ombra della Reggia, erano aumentate in maniera sensibile, vista la lista non cospicua di offerte che erano arrivate sulla sua scrivania e quella del suo procuratore. Poi però la possibilità da parte del lungo del Minnesota di provare di arrivare laddove non era mai arrivato dopo l’università e forse nemmeno dopo i primi anni di esperienza cestistica ‘overseas’ in giro per il mondo: la Nba. A dire il vero al momento di scrivere niente di preciso è stato detto o fatto dalla franchigia che lo ha ospitato nei classici tryout di inizio stagione ovvero i Golden State Warriors. Niente è stato detto o fatto, ma solo il fatto che la franchigia della ‘Baya Area’ sia quella in cui l’ex Karsyaka ha riposto speranza, qualche pensiero potrebbe anche generarlo. Storicamente i Warriors sono stati aperti a dare possibilità a giocatori semi sconosciuti o che tutti avevano snobbato per poi ritrovarsi in casa atleti esplosi in un amen. Basti pensare a Pietrus (che ha giocato poi una finale Nba con Orlando ed è stato ad una passo dal giocarne un’altra proprio questa stagione con i Celtics di Doc Rivers ndr), basta pensare al primo Gilbert Arenas che guardava i compagni dalla panca nei primi anni di carriera (e prima di esplodere letteralmente nel 2003 con la conquista del titolo di giocatore più migliorato ed il passaggio a Washington con contratto di prima fascia ndr), o se vogliamo restare anche in ambito italiano, basta pensare a Marco Belinelli. L’ex Fortitudo è stato scelto e messo in campo proprio da Golden State anche se con qualche piccola difficoltà di adattamento ad ambiente e coach prima di prendere altre strade. Insomma una franchigia che una possibilità la da a tutti, ma da qui a dire che il futuro di Smith sarà quello a stelle e strisce ce ne vuole, anzi ci passa ancora oggi, l’intero oceano. Ed è proprio per questo che Caserta continua a sperare di poterne fare il primo tassello, la prima pedina del prossimo scacchiere e costruirgli una squadra intorno in grado di poterne esaltare ancora di più le proprie caratteristiche cestistiche,. Senza contare che nella sua carriera, il figlio di St.Paul ha preferito bissare un’annata di un certo livello cosi come è successo in Turchia, specialmente per dare un’idea di fedeltà in prospettiva, magari, di un contratto duraturo in termini di anni. Sacripanti e la Juve, dunque, sono alla finestra, sono appoggiati lì sul davanzale in attesa che il vento proveniente dall’America sia quello giusto per poter dare il via ad un mercato che al momento vanta solo visite a Summer League e contatti con procuratori per conoscere le pretese e le esigenze di questo o quel giocatore. La direzione resta sempre la stessa, ma con una piccola traversa in più sul cammino. Le due ‘autostrade’ principali, infatti, restano quella americana e quella italiana, ma sulla propria strada, l’entourage di Terra di Lavoro ha visto nei giorni scorsi anche la prima uscita europea. Dovrebbero riguardare un centro comunitario e di esperienza le voci di basket mercato relative alla Juve. Nessun nome in particolare, ovviamente considerando che siamo ancora nella fase del ‘pour parler’, ma un pensiero ad un’accoppiata di lunghi formata da un numero ‘4’ a stelle e strisce ed un ‘5’ puro proveniente dal Vecchio Continente, sembra essere ben fondato nelle idee dell’head coach casertano e del suo staff. Insomma un occhio al mercato Europeo è sempre cosa gradita, ma l’attenzione principale resta quello americano. Dopo i tanti nomi del passato tra cui anche un americano con passaporto come Willy Deane, sembrerebbero essere finiti sul classico e ben noto taccuino di Caserta altri giocatori quanto meno da considerare. Il primo è un rookie per il campionato italiano di buona fattura uscito dall’università della Florida e che ha, però, già tanti estimatori in giro per l’Europa, visto quanto fatto in Polonia con la maglia del Ziolona Gorà con la quale ha anche vinto il titolo di miglior giocatore della stagione. Il nome è quello di Walter Hodge che di professione, però, è una guardia che all’occorrenza può iniziare il gioco palla in mano. Più playmaker, invece, Kenny Satterfield che rispetto ad Hodge ha molta più esperienza non solo in termini anni sulla propria carta di identità, e per aver già giocato in Grecia ed in Libano oltre che in Francia.