‘Man at work’, lavori in corso. Questo il cartello affisso rigorosamente in doppia lingua, all’entrata del tempio del basket casertano: il Palamaggiò. Lavori in corso su diversi piani e non solo per intendere su diversi fronti, ma anche letteralmente. C’è chi ancora tra il piano terra e quindi palestrina e legno del tempio costruito dal Cavaliere Maggiò in cento giorni, suda corre e si allena per degli obiettivi stagionali come l’Under 15 bianconera di coach Posillipo che a partire da questo fine settimana sarà a Cento per giocarsi sui ventotto metri di campo la possibilità di accedere alle finali nazionali di categoria e chi invece nei piani immediatamente superiori, rinchiusi dietro porte scure ed ognuno dietro la propria scrivania per costruire, in questo caso su diversi fronti, la Juve del futuro. Ovviamente, allo stato attuale, le porte dietro le quali tutti vorrebbero essere per provare ad origliare o scorgere novità importante, sono quelle del presidente bianconero Gervasio o comunque della dirigenza juventina. Porte dietro le quali si sta costruendo la base su cui fondare economicamente la Juvecaserta della prossima stagione. Una base che al momento sembra essere sempre in attesa di quel quinto pilastro da porre al centro di tutto e rendere quelli costruiti ai quattro angoli più solidi di quanto possano essere da soli. Angoli al momento – cosi come sanno ormai anche i sassolini di Pezza delle – con tanto di targhetta con su inciso il nome di Gervasio, Caputo e quelle luccicanti e che quindi dimostrano il primo anno di militanza in questo caso, di Iavazzi e Maione. I quattro pilastri tra cui giorno dopo giorno, si rende sempre più ufficiale la ripartizione di quei 500mila euro di ‘buco’ presenti nei conti della passata stagione e che entro il 31 maggio devono essere solo ed esclusivamente un brutto ricordo all’interno della documentazione da presentare alla Lega. Un brutto ricordo che va eliminato sotto forma di ricapitalizzazione che ancora per qualche giorno resterà solo un’operazione presentata ai soci ufficiale op ufficiosi (se si prende in considerazione l’idea che manca ancora una conferenza stampa di presentazione ndr) in un plico che al momento è li fermo sulle scrivanie dei diretti interessati. Il perché è da ricercare, ovviamente, nelle ragioni che sono state riportate alla ribalta più e più volte anche dal presidente bianconero e cioè quelle di voler sperare e di continuare a cercare di portare all’interno del tessuto e della struttura societaria quel pilastro per chiudere qualsiasi tipo di dubbio sulla stabilità della base societaria futura. Una ragione che tiene li alla finestra anche coach Sacripanti, che dietro la sua di porta sta già pensando a come muoversi all’interno di quello che sarà il suo quarto anno di matrimonio con il team di Terra di Lavoro. Pensieri che ovviamente allo stato attuale e senza un’idea di budget sicura su cui costruire tutto il prossimo mercato, tutte le ipotesi sono basate sulla scelta della prossima formula. Scegliere tra il ‘5+5’ o il ‘3+4+5’. Scegliere tra l’avere un tesseramento in meno venire incontro alle chiare volontà della società e del presidente Gervasio di risparmiare o una formula che porterebbe una maggiore stabilità e differenzazione di ‘passaporti’, con conseguente libertà di movimento sul mercato, all’interno del roster. L’unico denominatore comune sono, dunque, il numero riservato ai posti in panca per gli italiani. Cinque nell’una e nell’altra considerazione di squadra, ma che a seconda della scelta avranno diversa composizione. Nella prima e quindi quella a dieci giocatori, il numero di cestisti nostrani di livello e quindi rientranti a pino titolo all’interno delle rotazioni di coach Sacripanti dovranno essere almeno tre, permettendo cosi una rotazione ad otto uomini con il nono che potrebbe oscillare all’interno della ‘selva’ dei talenti italiani da valorizzare ed il decimo tra i tanti giovani della cantera bianconera. Diversa, invece, la situazione numerica nella seconda ipotesi. La possibilità di avere sette uomini tra americani (3) ed europei di natura o naturalizzati con passaporti (4), rende la necessità degli italiani ad uno o al massimo a due per avere una coperta un po’ più lunga da sfruttare e lasciare gli altri tre o quattro posti tra giovani della cantera bianconera e talenti da valorizzare. Due diverse filosofie di pensiero che hanno a che fare con un mercato difficile e costoso come quello dei giocatori tricolori. Coach Sacripanti, però, ha un piccolo vantaggio e cioè quello di poter contare sul contratto esistente di Giuliano Maresca, che quindi tranne sconvolgenti capovolgimenti di fronte, tornerà a calcare il legno del Palamaggiò, e la presenza di un talento da valorizzare come quello di Dario Cefarelli.