Anche il mondo dello sport è in lutto per quanto accaduto stamane a Brindisi e si stringe attorno alle vittime e alle loro famiglie. La condanna, per quello che è stato definito un vile e barbaro attentato, è unanime e si schiera contro ogni forma di violenza eversiva. L’attentato, consumatosi stamane dinanzi l’istituto professionale per la moda e il turismo “Morvillo-Falcone” , è stato organizzato proprio con l’intento di uccidere visto che l’ordigno, costituito da 3 bombole di gas e posizionato su un muro adiacente la scuola è stato fatto esplodere tramite un telecomando a distanza intorno alle 7,45, in concomitanza dell’arrivo del bus delle studentesse. Dieci le vittime dell’esplosione, 8 studentesse, di cui una, Melissa Bassi, deceduta subito dopo l’esplosione e una sua coetanea Veronica Capodieci, che lotta tra la vita e la morte e che subirà molto probabilmente l’amputazione di un braccio, operata d’urgenza per un trauma toracico addominale all’ospedale Perrino di Brindisi, con gravi ustioni. Altre due rischiano invece di perdere l’uso degli arti inferiori: un tragico bilancio che rischia di peggiorare con il passare delle ore. Di dubbia attribuzione l’attentato alla scuola che aveva vinto il primo premio alla prima edizione del concorso della legalità, intitolata alla memoria di Falcone e di sua moglie, uccisi dalla mafia. Facile attribuire il tutto alla mafia e alla Sacra Corona Unita, visto l’arrivo previsto nel pomeriggio della carovana della legalità, che sarebbe dovuta sostare presso una cascina confiscata proprio alla sacra corona unita. Sorprenderebbe infatti che la criminalità organizzata abbia usato delle bombole di gas e non del tritolo, e che non abbia rispettato il ‘codice etico’ che impone di non toccare ragazzi e bambini. Tuttavia gli inquirenti non si sentono di escludere nessuna pista è non è da escludere nemmeno il gesto di un folle o di una minoranza decisa a portare avanti una “strategia della tensione” con l’intento di creare allarme sociale e di destabilizzare la situazione politica attuale, colpendo al cuore di quella che è una vera e propria istituzione, simbolo dello Stato, la scuola, appunto. Sembra così essere tornati di colpo agli anni di piombo, al ’47, con la strage di Portella della Ginestra e al ’69, con la strage di piazza fontana. Di qualsiasi natura sia la matrice del gesto criminale, anche il mondo dello sport si ferma e condanna quello che è un attentato complesso e anomalo, dalla non facile interpretazione anche e soprattutto per via dell’obiettivo, una scuola frequentata per lo più da studentesse, e degli strumenti rudimentali di cui si è servito chi ha costruito l’ordigno. Lo sport, dunque, si ferma in memoria delle vittime. Il presidente del Coni, Gianni Petrucci, ha infatti invitato le Federazioni sportive, le Discipline associate e gli Enti di promozione a far osservare un minuto di silenzio in occasione di tutte le manifestazioni sportive previste nel weekend.