La Juve scalda i motori per il futuro



Gervasio e il responsabile della Galeo

Una settimana impegnativa. Una settimana che dovrebbe portare una ulteriore ventata di ottimismo a Pezza delle Noci: l’incontro con il secondo indiziato a seguire la strada percorsa fino a questo momento da parte di Iavazzi. Da sponsor sulle divise bianconere ai tavoli della società di Pezza delle Noci. Questo il cammino che la holding operante nella raccolta, trattamento, smaltimento e riciclo dei rifiuti, ha percorso dal 25 febbraio scorso. Tre mesi di campionato, tre mesi di partite, ma soprattutto tre mesi di rapporti con i piani alti dirigenziali di Caserta, che lo hanno convinto ad accettare la sfida. La stessa che nei prossimi giorni, infatti, verrà posta anche sulla scrivania di Galeo, in modo tale da assicurare un’aggiunta di energia, tanto per restare in tema anche se in senso figurato, ad una società che ha le idee chiare. Un progetto per provare a costruire un ‘tavolo rotondo’ attorno al quale far sedere anche altri e diversi imprenditori ed evitare un cammino travagliato come quello scorso. Un cammino che ha visto come oggetto principale, escludendo per un attimo il basket giocato, il lato economico come unico e principale fulcro di interesse. Lato economico messo in evidenza sotto forma di buco all’interno di un bilancio che nel corso del campionato è passato dall’essere molto vicino al milione di euro (lo stesso che con tante di dichiarazioni di aiuto da parte di tutta la dirigenza e dello stesso Sacripanti, portò il primo vero campanello di allarme per i tifosi di Terra di Lavoro) ad essere considerato come entità non preoccupante e facilmente colmabile con una nuova ricapitalizzazione e che dovrebbe avvenire a tempo debito. «Il tutto verrà effettuato – ha affermato il presidente della Juve Gervasio – al momento della conoscenza sicura e precisa di quanti nuovi soci e quante nuove entrate ci saranno per la prossima stagione. In base a questo numero ci sarà possibile operare per la chiusura e per la ricapitalizzazione per una somma che si aggira attorno ai 500mila euro». Il numero uno bianconero ha poi confermato il desiderio di definire in questa settimana il rapporto con Galeo: «Da parte nostra ci presenteremo con l’idea e la proposta di entrare a far parte della società, in modo tale di avere un altro partner dalla parte della barricata dedicata ai soci».

 



Alla finestra ed in attesa di capire e di conoscere il destino di quella che potremmo definire come la nuova ‘campagna di reclutamento societario’ dei piani alti della Juve, c’è coach Pino Sacripanti che rappresenta il passo immediatamente successivo alla definizione dell’assetto societario. Le parole del timoniere canturino in sala stampa dopo il match contro Sassari e quelle di Gervasio di qualche giorno fa, hanno lasciato intendere in maniera chiara la strada da percorrere. Il viale è quello bianconero, ma al primo bivio, al primo incrocio di sicuro ci sono quelle garanzie sulla prossima stagione che sembrerebbero essere l’assicurazione ad un quarto anno di matrimonio. Garanzie di avere un bilancio sicuro a prescindere della quantità e del risultato. Garanzia di non avere problemi come quelli che sono stati all’ordine del girono fino a qualche mese fa, ma con il quale poter scegliere a seconda delle indicazioni di mercato, tra le due formule che il prossimo campionato mette sulla scrivania di ogni coach e general manager. Nel caso della Juve e di matrimonio prolungato, la scrivania sarebbe ancora una volta sempre la stessa: quella di coach Sacripanti. Due formule per due filosofie di squadre differenti. Dieci con cinque italiani e cinque stranieri da una parte, mentre dall’altra quella classica dei tre extracomunitari, quattro comunitari (compresi quelli di passaporto alla Collins o Fletcher per intenderci ndr) e cinque italiani. Due diversi modi di costruire un roster con il presidente Gervasio che ha espresso il suo orientamento verso quello a dieci giocatori per provare ad avere meno oneri economici. Un’idea che potrebbe anche essere presa in considerazione se non fosse altro che il mercato degli italiani resta sempre quello più difficile da percorrere per costi e valore tecnico-tattico. Sarebbero tre i giocatori di valore assoluto da aggiungere ai cinque stranieri per una rotazione ad otto uomini che seppur perfetta per un sistema cestistico, ha dimostrato quest’anno che necessita di un tasso tecnico di un certo livello o si fa fatica. Potrebbe essere diversa la conformazione del numero degli italiani nell’altra versione di roster. Dei cinque due sarebbero posti riservati di volta in volta i giovani della cantera bianconera e due dei restanti tre da affidare a giocatori di livello portando il numero delle rotazioni effettive a quota nove o addirittura dieci se si decidesse di sfruttare l’ultimo rimasto per il Kudlacek della situazione e di un altro giovane da valorizzare. Insomma un dilemma in pieno stile Shakespeare al quale solo la definitiva conoscenza dei nuovi soci, solo la ricapitalizzazione e la definizione del budget e garanzie dello stesso presentate a coach Sacripanti, potrà risolvere definitivamente.

   


error: Content is protected !!
P