Luise: «Parlare di futuro è la vittoria più grande»



Luise con Oldoini

«Effettivamente il lavoro della società negli ultimi mesi si è concentrato maggiormente nel cercare di aumentare la base societaria e l’innesto o il possibile innesto di nuovi soci, non fa altro che permettere di guardare al futuro con più entusiasmo e ottimismo». Esordisce con una ulteriore iniezione di fiducia, Sergio Luise, nel commentare quanto accaduto nella conferenza stampa di Gervasio della settimana scorsa a cui era presente.
Quanto conta per uno staff tecnico avere una società che parte e vuole partire su una base pluriennale di programmazione?
«Fa enorme differenza. A giorni d’oggi è una rarità poter guardare più in la di un anno,permetterebbe tra le altre cose di poter impostare un lavoro tecnico non fine a se stesso ma che porti anche al miglioramento dei giocatori, soprattutto quelli più giovani».
Tirando le somme secondo il tuo parere a quale futuro si affaccia la Juve?
«Parlare di futuro per la Juvecaserta, a mio avviso, è già una vittoria, essere riusciti a mantenere la serie A sul campo ma soprattutto fuori è un motivo più che sufficiente per essere felici. Spero che l’anno prossimo possa essere quello da cui ripartire per favorire una nuova crescita di tutto il movimento cittadino».
E quale il futuro di Luise?
«Non sono legato da vincoli contrattuali con la società, ma mi auguro e spero che sia ancora con la Juve»
Facendo un passo indietro, invece, ora si che si può tirare una linea definitiva e provare a fare un bilancio. Quale il tuo?
«Il bilancio non può che essere positivo. Pur avendo sempre lo sguardo rivolto a chi era dietro di noi, non abbiamo mai avuto la reale sensazione di poter retrocedere. E in un anno partito con l’obiettivo di salvarsi, è stata una grande forza».
Ripensando a quanto si è fatto dove e in quali momenti secondo te si poteva e doveva fare un passo in più?
«Forse nella parte centrale del girone di ritorno, avremmo potuto vincere qualche partita in più. Penso alle partite in casa con Varese, Roma e Cremona, partite che ci hanno visto anche condurre per larghi tratti».
Quanto ha inciso i tanti cambi di giocatori?
«I cambi di giocatori comportano sempre nuovi assetti da trovare, che spesso richiedono settimane prima di essere metabolizzati».
Quanto ha inciso il numero ridotto di quest´ultimo?
«Con un calendario così fitto, con tante partite ravvicinate come ci sono state quest’anno, ha inciso molto il numero dei giocatori. In qualche occasione abbiamo avuto difficoltà di recupero».
Quanto gli infortuni?
«Hanno avuto il loro peso durante la stagione. Soprattutto quando hanno colpito giocatori che non avevano un sostituto nel roster. Penso a Righetti o allo stesso Fletcher».
Tanti durante questa stagione hanno parlato di `non mollare mai´ ma ci spiega in realtà cosa significava effettivamente avere questa squadra che non `mollava mai´?
«Credere nella vittoria fino alla fine, non scendere in campo mai battuti, ma sperare sempre di poter vincere».
Quale secondo te l´elemento che ha tenuto insieme questo gruppo?
«Forse il sentirsi dire all’inizio che eravamo la più seria candidata alla retrocessione, ha fatto si che il gruppo si cementasse subito e lavorasse avendo in mente ben chiaro il traguardo. In questo ha giocato un ruolo importantissimo il nostro coach».
Visto il tuo passato da coach delle giovanili, non puoi esimerti dal commentare la stagione dei due giovani della cantera bianconera  Domenico Marzaioli e Dario Cefarelli…
«Hanno dimostrato di avere tutte le carte in regola per iniziare una carriera da giocatori professionisti. Il loro impegno negli allenamenti è stato costante e proprio durante la settimana hanno guadagnato prima il rispetto dei propri compagni, poi la possibilità di giocare minuti nella massima serie ed a loro va aggiunto anche Lonacrevic».
Il tuo Mvp, il giocatore più migliorato e quello che poteva fare molto di più?
«In ordine: Smith, Stipanovic e Kudlacek, Rose».




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