«L’anno di difficoltà è ormai finito. Ora quello che serve è che Caserta abbia una base per il prossimo anno dal punto di vista societario e sulla quale poter costruii ore il futuro prossimo della società. Questo ovviamente sono tutte le mie speranze e quindi ora il testimone passa nelle mani della società che dovrà dire qualcosa in merito, ma quello che ho potuto carpire in questo senso, c’è un velato senso di ottimismo che fa ben sperare».
Lo aveva chiesto coach Pino Sacripanti nell’immediato dopo gara della sconfitta contro Sassari. Aveva chiesto un intervento da parte della società per dare maggiori ed ulteriori spiegazioni, a chi di dovere e quindi tifosi in primis, su quelle che saranno le mosse ora che l’attenzione si è spostata solo ed esclusivamente su quanto si muoverà nella stanza dei bottoni e non più sulle gesta degli eroi bianconeri che sono già tutti in vacanza da lunedì mattina. Richiesta che è stata recepita in maniera rapida e veloce da parte del presidente Francesco Gervasio che proprio questo pomeriggio si siederà dietro la solita scrivania della sala clinic del Palamaggiò per fare prima di tutto un sunto di quanto successo nei nove mesi di attività agonistica chiusasi domenica scorsa contro la Dinamo di Sacchetti. Un’occasione per chiudere definitivamente l’annata, ma soprattutto un’occasione per dare quelle indicazioni di cui parlava lo stesso timoniere canturino. Indicazioni riguardanti il futuro, riguardanti i primi passi di una società che sta cercando, come ormai noto anche ai sassolini di Pezza delle Noci, dei nuovi partner, delle forze nuove per continuare il progetto sportivo non solo per la prossima stagione, ma anche per la prossima. Un progetto in cui ci potrebbe già essere un’indicazione importante, almeno sulla carta, ovvero quella della presenza di coach Pino Sacripanti che al team casertano è legato non solo da un contratto – anche se è prevista la possibilità di uscita – ma anche da un rapporto personale e viscerale con una città che proprio al termine della sfida contro Sassari gli ha tributato il proprio riconoscimento con il coro: “Sacripanti uno di noi” a dimostrazione che quanto fatto dal punto di vista tecnico e non, dal coach-Gm della Juve si è conquistato un posto di diritto all’interno del cuore di ogni singolo aficionados di Terra di Lavoro.
«Non ho mai avuto nessun problema nel dirlo – ha continuato lo stesso Sacripanti affrontando la questione relativa alla sua presenza a Caserta anche nella prossima stagione – che al di là del contratto che mi lega a Caserta, ma che prevede la possibilità di uscita, il mio primo pensiero è di restare qui con i casertani e con la Juve. Non si tratta di smancerie o solo di belle parole è un qualcosa che provo e la prova dataci dai tifosi prima ancora che finisse la partita ne è la più nitida dimostrazione. Come dicevo prima, però, ora per qualche tempo noi scenderemo dal palcoscenico per far posto alla società che dovrà fare le sue mosse. C’è una base solida che sta crescendo, c’è uin velato ottimismo e quindi la speranza è che si possa fare una stagione migliore di questa che si è appena conclusa. Una stagione migliore, perché quella difficile e con i tantissimi ostacoli da superare era questa e l’abbiamo conclusa superandoli abbastanza bene per presentarci allo striscione d’arrivo con la salvezza ed una situazione societaria il meno grave possibile dalla quale ripartire. Come ho sempre avuto modo di dire, il mio credo non è fondato sulla quantità di soldi e quindi di budget che si ha, ma la sicurezza di avere quello su cui si punta, di avere una base solida ed un tesoretto da parte nel caso si dovessero affrontare dei problemi, insomma un budget su cui programmare».
Ha parlato dei tifosi e della dimostrazione che hanno dato nell’ultima partita. Vuole aggiungere qualcosa?
«Chi ha visto cosa è successo nei cinque minuti prima della sirena finale, ha avuto modo di capire l’importanza ed il valore del tifo e del basket qui a Caserta. Il tifo è stata una costante per tutto il campionato, la nostra marcia in più, il nostro orgoglio più grande. Purtroppo non siamo riusciti a chiudere la stagione con un successo, ma sinceramente quella contro Sassari era la partita peggiore che potessimo affrontare in uno stato psico-fisico in cui eravamo all’ultima giornata. La squadra era ormai al limite ed anche oltre. Non avevamo le forze fisiche e mentale per affrontare una squadra vivace e veloce come la Dinamo. I tanti problemi di questa stagione, hanno portato questi ragazzi a compiere tanti sforzi e bruciare energie che poi nel finale ed in particolare nell’ultima partita abbiamo pagato caro».