Un movimento in crisi, ma non da ora. Un movimento che sta cercando di restare in vita con la passione di pochi mecenati che, tra mille problemi, provano a tenere in piedi quello che, un tempo era il secondo sport italiano per eccellenza. Era e non è. Dopo i problemi che si vivono all’ombra della Reggia, guardando oltre il proprio giardino la situazione è tutt’altro che rosea. Tante piazze stanno rischiando, seriamente, di veder fallire il proprio team. La scorsa settimana fece notizia il sit in di protesta dei tifosi della Virtus Roma, preoccupati per la drammatica situazione sportiva in cui versa la propria squadra del cuore. Non stanno bene in tanti. Caserta e Roma sono solo due, ma c’è paura anche in altre piazze: dei problemi societari di Avellino si è sempre parlato, la stessa Sutor Montegranaro non se la passa benissimo, Cremona soffre dopo l’addio di Triboldi, a Treviso c’è la spada di Damocle del possibile disimpegno di Benetton, e via dicendo. Di ieri, invece, la notizia che, di fatto, tutti sapevano ma nessuno poteva dire chiaramente: si è aperto il ‘vaso di Pandora’ a Teramo, altro club che, per tutta la stagione agonistica, ha riempito colonne di giornali coi suoi problemi finanziari. Tutto, nell’ambiente, sapevano ma ora, a salvezza acquisita con merito sul campo, escono allo scoperto i tesserati.
Questo il contenuto della lettera che porta, in calce, la firma del capitano Gianluca Lulli, dei giocatori e dello staff della Teramo Basket: «Abbiamo onorato la maglia che portiamo addosso per tutta la stagione raggiungendo una salvezza conquistata sul campo in mezzo a mille difficoltà. Rispetteremo i colori biancorossi fino alla fine di questo campionato, ma denunciamo con amarezza la mancanza di rispetto per il nostro lavoro e per la nostra professionalità. Abbiamo aspettato invano risposte sul nostro futuro e non riceviamo quanto ci è dovuto da troppo tempo. Crediamo che sia giunto il momento di rendere pubblico il nostro disagio di lavoratori non retribuiti, che non hanno però mai fatto mancare il proprio impegno sul campo come testimoniato dai risultati sportivi che tutti ci riconoscono. E’ con profonda tristezza che scriviamo queste righe, nella speranza che i nostri sforzi di atleti e di uomini non vengano vanificati da chi dovrebbe garantire la prosecuzione del sogno sportivo dei veri tifosi della pallacanestro a Teramo».
Parole fin troppo chiare che fanno capire quanto sia difficile, tanto per usare un eufemismo, la situazione in terra abruzzese, in una delle piazze più calde dell’Italia dei canestri. Una lettera che mette tutto allo scoperto, fa capire in che condizioni questi professionisti hanno lavorato e stanno lavorando da tempo. Una lettera che fa capire, se mai ce ne fosse stato ulteriore bisogno, che ci apprestiamo a vivere un’estate veramente rovente. Un film dell’orrore che si ripropone, purtroppo, da diverse annate e quest’anno ci sarà poco da scherzare.