La Otto regge due tempi, poi crolla sotto i colpi della Virtus



Doornekamp al tiro (foto Sibi)

In gita premio dopo la conquista della salvezza aritmetica, la Juve soccombe al cospetto di una Virtus tutt’altro che irresistibile ma, certamente, dotata di un bagaglio tecnico ed energetico sicuramente superiore. Una sconfitta messa in preventivo anche per le pessime condizioni fisiche, oltre che di organico, con cui Caserta è scesa sulle lastre di parquet dell’Unipol. Non a caso la partita è durata un tempo e spiccioli: complice i problemi fisici, la scarsa vena realizzativa oltre l’arco e la critica situazione falli, la banda di Sacripanti si è sciolta. Una sconfitta che ha pochi motivi di spunto vuoi per la situazione di classifica che non dava interesse, vuoi per i problemi fisici di Collins, Smith e Stipa su tutti, vuoi per un diverso passo esistente, a prescindere, tra le due compagini. Di certo non è stata una passeggiata totale per i locali che si sono dovuti sporcare la canotta per costruirsi il break che ha chiuso la pratica. Per due quarti è stata partita vera, soprattutto a causa del pessimo atteggiamento degli emiliani che, una volta dimostratisi un pochino vogliosi di vincere, sono scappati via. C’è ben poco da aggiungere ad un match avaro di interessanti spunti anche tattici se non rimarcare la generosa prova generale, l’ottimo impatto di Marzaioli e Cefarelli.
Il calendario non dà tregua ad una squadra che avrebbe tanto bisogno di tirare il fiato: tra due giorni si torna in campo, a Pezza delle Noci, arriva la matricola terribile Venezia dell’ex Bowers. Come per la gara di Bologna, le motivazioni danno un vantaggio netto ai lagunari ma Caserta non vuole andare in vacanza con troppe sconfitte sul groppone. Non sarebbe giusto.
la cronaca. La Virtus ha maggior voglia di giocare, di vincere, e lo dimostra sin dal primo possesso. La Juve è spaesata, incassa ceffoni a profusione e precipita sull’13:3 in 3’ scarsi con Koponen a quota 6. In perenne ritardo sulle palle sporche, sui tagliafuori, su qualsiasi pallone il ferro ‘sputi, i casertani si aggrappano… alla scarsa mira dei bolognesi (2/6 da tre) per non sprofondare. I due falli sanzionati a Smith in 5’ sono un’ulteriore mazzata ma proprio quando entrano sia Doornekamp che Kudlacek (per Smith e l’acciaccato Collins), la Juve cambia forma e torna sul -3 coi missili di Bell e del capitano canadese (8’). Prima dello stop iniziale c’è tempo per vedere una bomba di Douglas-Roberts e la comparsata del giovane Marzaioli (25:17 con 7 punti di uno scatenato Doornekamp, il secondo fallo per Stipanovic ed il passaggio a zona 2/3 della Juve). E bisogna fare una scelta azzardata: Sacripanti si gioca la carta di capitan Aaron da ‘5’ tattico, Rigo da ‘4’: incredibile ma vero, ecco il +4 (monumento per Doornekamp che cancella Lang e canestro per Marzaioli nel pazzesco 0:12 di break in 3’). Ed in campo c’erano anche Kudlacek, Rigo e Bell. La Virtus gioca in un modo che definire indecente risulta riduttivo e con l’atteggiamento strafottente di chi sa di essere superiore ma non fa nulla per dimostrarlo. Finelli è costretto a rimettere dentro tutto il quintetto e Caserta… ha sempre Marzaioli dentro. Giocando d’anticipo sui lunghi, lottando e sgomitando, provandoci con le poche armi a disposizione, Caserta va all’intervallo sul 39:36 con Smith in campo per 6’ e 2 punti, altre 3 miseri da Bell ma 19 dalla panchina. Stranezze del basket. Rientra Smith (che ha tanti estimatori a Basket City) ma la Virtus scappa sul +8 con Gigli e Poeta. La Juve arranca, crolla sul -10 e Sacripanti prende un tecnico dopo essersi infuriato col tavolo che non gli ha concesso, in tempo, un timeout. E la Juve crolla sul 57:40 al 25’ che ha il sapore del ko tecnico con un Koponen luccicante. Sacripanti ripropone la zona, Stipanovic ha 4 falli a carico ed all’ultimo ‘stop and go’ la forbice è troppo ampia per pensare di riaprire il match (64:46). Il periodo finale regala pochi spunti di cronaca visto che i punti erano incasellati in casa virtussina. Sacripanti concede spazio a Cefarelli e Marzaioli. lascia la platea bolognese a Smith (comunque non al meglio e si è visto) oltre a provare qualche soluzione. Insomma la partita scorre via fino alla sirena con pochi sussulti se non i fischi della tifoseria locale ad alcuni giocatori virtussini, l’incessante coro dell’accoppiata casertano-fortitudina ed un tabellone generale che va in tilt. E non siamo all’ombra della Reggia.




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