Zolfo vede il traguardo: “Questa Aversa merita anche di più”



Francesco Zolfo

E’ la bandiera di questa Aversa Normanna. Con l’allenatore Romaniello ha vissuto più di tutti il campo del Bisceglia e i momenti positivi e negativi della maglia granata. Francesco Zolfo non è solamente il capitano di questa squadra ma anche il nome associato a questa società. Dici Aversa e pensi Ciccio Zolfo. Da 7 anni gioca con la casacca della propria città, con cui ha disputato quasi 200 gare mettendo a segno anche sei gol, ma la sua caratteristica migliore non è finalizzare il gioco, ma rompere quello avversario. Chiamato il ‘mastino’ suda la maglia ogni volta viene chiamato in causa, ed anche per questo ha affrontato a testa alta anche la critica dei tifosi della Curva Nord che con uno striscione, Zolfo Giuda, lo avevano colpito nell’orgoglio. Le lacrime in quel di Chieti dimostrano l’amore per questa Aversa Normanna, la società che lo ha cresciuto. Quante emozioni e tre punti conquistati con il cuore, e alla fine tutti ad abbracciarsi: “Era la partita della vita. Venivamo da un periodo negativo in cui ci andava tutto storto. Nemmeno noi ci saremmo mai aspettati un ‘filotto’ così lungo senza vittorie. E giornata dopo giornata la classifica si faceva sempre più corta. Con questi tre punti penso ci siamo tirati fuori dalla zona calda in cui noi stessi eravamo caduti. L’abbiamo preparata bene e anche avere la squadra quasi al completo è stato importante.” Una vittoria dedicata a mister Romaniello, aversano doc e uno degli migliori allenatori della categoria: “ Non sta vivendo un periodo personale facile. Tutta la squadra è con lui e capiamo quanti sacrifici sta facendo per essere presente sul campo per gli allenamenti e in ospedale per essere vicino alla sua famiglia. Con la salute non si scherza e questa vittoria scaccia pensieri è anche sua.” E’ un’Aversa ammazza grandi, che ha dimostrato di non temere le prime della classe: “Dopo le prime giornate di Coppa Italia tutti ci davano già per spacciati, poi è iniziata la nostra avventura in campionato, che ci ha regalato subito un sogno, quello di battere il Perugia, la squadra più blasonata del girone. Abbiamo vinto con tutte le prime sei, ad eccezione della Vigor Lamezia, che meriterebbe un capitolo a parte, e della Paganese, che affronteremo mercoledì prossimo. Questa nomea ci fa solamente piacere.” La salvezza passerà sicuramente dal Bisceglia, su cui arriveranno a giocare in una settimana prima Gavorrano, poi Paganese e poi Milazzo. La Neapolis, quintultima, e in zona play-out, ha anche una gara in più, quindi basterà una vittoria per festeggiare: “Direi che ci siamo. La Neapolis dovrebbe vincere tutte le gare e noi perderle tutte, ma noi abbiamo tre gare interne. Manca veramente poco. La classifica dice che non siamo ancora salvi, e quindi dobbiamo ancora giocare al massimo, e conquistare quei pochi punti che mancano per la matematica.” Il futuro, conquistata la salvezza, potrebbe significare Serie C unica a tre gironi: “Sarebbe un sogno. Vincere quel campionato significherebbe Serie B. Un traguardo inimmaginabile per Aversa, che merita il calcio che conta. Avere anche un pubblico sempre più numeroso, con sugli spalti 2000 spettatori, e quindi maggiori entrate, permetterebbe anche alla società di investire per qualcosa di eccezionale”. Un campionato, questo 2011/2012, che poteva anche essere diverso: “Potevamo fare almeno 10 punti in più e ora staremmo lottando per i play-off. Abbiamo sempre dato tutto e sudato su ogni campo, ma spesso siamo stati sfortunati. Ma non dobbiamo avere rimpianti, per come era iniziato l’anno agonistico, possiamo dire che va bene così. La salvezza, in questo campionato, è una grande vittoria.”




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