«Una partita per due grandi soddisfazioni». Non ha dubbi Giuliano Maresca. Non ha dubbi nel commentare il successo di domenica pomeriggio contro Avellino e del valore dei due punti conquistati sul parquet di Pezza delle Noci.
«La prima, ovviamente, non può non essere quella della conquista della salvezza, dell’obiettivo stagionale che ci eravamo posti sin dal primo giorno di lavoro qui a Caserta o per il quale abbiamo tutti ricevuto la chiamata in estate da parte del coach e della società. Una soddisfazione arrivata in un momento particolare, in un momento in cui non riuscivamo più a trovare la via della vittoria ed invece siamo riusciti a mettere in tasca la matematica certezza della presenza della Juve e di Caserta ai prossimi nastri di partenza della Lega A. Per quanto riguarda, invece, il secondo beh non poteva non essere quella di guardare sugli spalti e realizzare che dopo un periodo di cinque sconfitte avevamo regalato una gioia e soddisfazione immensa anche ai tifosi presenti al Palamaggiò e non solo per la salvezza, ma per il successo in un match particolare ed importante come il derby con Avellino e a cui loro tenevano particolarmente».
Hai parlato obiettivo arrivato in corso di un periodo non certo florido di vittorie, tanto per usare un eufemismo, ma vi aspettavate un girone di ritorno cosi difficile o è stata una sorpresa anche per voi?
«E’ logico che inconsciamente ci aspettavamo di fare qualcosa in più soprattutto visto il girone di andata che abbiamo fatto, ma allo stesso tempo eravamo consapevoli di un dato di fatto molto importante e cioè che le squadre che generalmente partono per salvarsi, come noi, hanno sempre una partenza sprinto rispetto alle altre. Hanno sempre un inizio di campionato più pronto e con tanta energia in più. E la dimostrazione di quanto detto è arrivata sul campo con punti e successi fondamentali e pesantissimi nella prima parte come per esempio quelli di Siena e Milano. Magri qualcosa o qualche punto in più ce lo aspettavamo, ma poi se si guarda alla classifica e all’obiettivo raggiunto e la posizione che possiamo ancora migliorare con cinque partite a disposizione, allora credo che il tutto sia un risultato molto giusto».
Per dirla alla Sacripanti, quale il tuo senso a questo obiettivo?
«Il coronamento si un lavoro difficile iniziato questa estate, quando al raduno eravamo una squadra totalmente nuova e che doveva iniziare tutto dal principio e sulla carta un po’ inferiore alle altre. Il coronamento di un gruppo che in questi mesi ha saputo trovare la forza e l’unione per poter andare sempre oltre l’ostacolo e di mettere in campo prestazioni di alto livello a prescindere dell’avversario. Un gruppo che ha portato a casa con cinque giornate di anticipo il risultato finale e consegnarlo nelle mani della società e dei tifosi che non ha certo vissuto un0’annata facile, consapevoli di aver conquistato e contribuito a consegnare nelle mani della società una base per il futuro. Questo è il senso che io do a questo obiettivo».
Ora però giocare sarà molto più facile e senza pressione…
«Dipende dai punti di vista. Quello che vogliamo noi in questo momento è scendere in campo e continuare a giocare cosi come avevamo fatto fino alla partita con Avellino, anche se non metterei la pressione come una delle ipotesi per le nostre sconfitte. Conosco bene questo gruppo e credo che non getterà la spugna solo perché è arrivata la salvezza; se possiamo salire ancora in classifica sarà un bene e lo faremo. Un bene o un male non avere pressione? Per noi come dicevo potrebbe essere un’arma a doppio taglio, ma di sicuro lotteremo fino alla fine, per la società e tifosi sicuramente un bene, ora si che si può iniziare a guardare avanti e parlare di futuro».
Parlando del derby: che partita è stata?
«Una partita in cui siamo riusciti a mettere in campo quello che volevamo fare tatticamente a partire dalle contromosse sul pick and roll di Green, mentre in attacco dare la palla dentro l’area e da li far partire tutto il resto. Peccato solo per l’inizio del terzo periodo, dove siamo calati psicologicamente ma non tecnicamente, ma alla fine siamo riusciti a raddrizzare il tutto».
Quale l’episodio chiave?
«Di sicuro il gioco da quattro punti di Righetti. Lì abbiamo capito che non l’avremmo persa. E poi la partita di Alex e quella di Doornekamp sono state fondamentali per il successo. Alex è un idolo della squadra oltre che per i tifosi, Aaron è un giocatore che ci da un’intensità ed energia fenomenale».
Ed ora c’è la Virtus Bologna…
«Ora c’è un impegno importante. Andiamo sul campo di una squadra che ha tanta pressione addosso dopo l’ultimo periodo, mentre noi non avremo nulla da perdere. Di sicuro sarà un bel match dove dovremo evitare e curare nei minimi particolari la chiave della sconfitta del match di andata: Poeta ed il gioco a due con i lunghi. Ma quella attuale non è la Virtus dell’andata, ovvero uan squadra in grande forma. Anche loro hanno subito un calo e cercheremo di approfittarne».