«Per me mantenere il diritto a disputare un altro campionato di serie A, è una gioia enorme, sia come allenatore,ma anche come semplice tifoso della Juvecaserta».
Non poteva non partire dall’obiettivo raggiunto e dalla salvezza conquistata, l’analisi di uno dei tre componenti dello staff tecnico bianconero, ma soprattutto l’analisi di un tifoso d’hoc di una squadra che è da sempre stata nel suo cuore: Sergio Luise.
Dopo il girone di andata ti aspettavi una conquista dell’obiettivo cosi difficile?
«Sapevamo che le squadre partite male sarebbero migliorate durante l’anno, forse dopo la vittoria di Casale speravamo di arrivare prima alla matematica, ma abbiamo dovuto fronteggiare diversi imprevisti negativi».
Sacripanti in conferenza stampa pre-derby ha parlato di un finale di stagione per dare un senso all’annata. Quale il tuo ad obiettivo raggiunto?
«Dal punto di vista sportivo il senso delle partite che restano, a mio avviso, è cercare di imprimere nella testa dei tifosi e degli addetti ai lavori l’immagine di una squadra che ha giocato alla pari con tutti e sul campo di tutti».
Quanta pressione in meno ora si avrà in campo per questo finale di stagione?
«Sicuramente avremo la testa più libera, non ci preoccuperemo più di andare subito a chiedere degli altri risultati, ciò non toglie che cercheremo di vincere qualche altra partita di queste ultime cinque che ancora mancano all’appello».
Un bene o un male?
«Un bene visto la salvezza raggiunta, un male pensando ai playoff ormai sfumati».
Salvezza e fine di una striscia negativa che arriva nella partita più sentita, il derby. Anche in questo caso è andata via una zavorra come quelle delle sconfitte casalinghe, il tuo giudizio?
«Il derby ha indubbiamente un significato particolare, tenendo conto poi che le ultime sconfitte ci avevano visto sempre sconfitti, è stata una bella soddisfazione».
Tecnicamente e da coach quali le differenza tra primo e secondo tempo?
«In difesa credo che abbiamo tenuto costante ed alta la concentrazione per tutta la partita, lavorando bene contro Green sui pick and roll. In attacco abbiamo dato con molta più continuità la palla in post a Smith e trovando sempre ottime soluzioni».
Dove avete capito che la si poteva vincere?
«La reazione avuta dopo il duro break ricevuto all’inizio del terzo quarto, ci ha fatto capire che avevamo ancora energie, in particolare nervose per provare a vincere la gara».
Il tutto è cambiato con Doornekamp, quanto è importante per voi il capitano?
Tanto di cappello anche a Collins che ha voluto esserci con tutti i trattamenti necessari cosi come Stipanovic…
«Aaron è un giocatore utilissimo in entrambe le metà campo, poi la sua duttilità potendo giocare in tre ruoli, dà molte varianti tattiche e crea diversi accoppiamenti che possono darci dei vantaggi. Per il resto, come ha ribadito Sacripanti nella conferenza stampa pre-gara, abbiamo un gruppo di giocatori che si fa fatica a tenerli a riposo, anche se infortunati tra cui lo stesso Collins. Non abbiamo mai avuto timore di non poter contare su di loro, nonostante le loro difficoltà fisiche».
E su Bell?
«Charlie ogni domenica mette il massimo impegno, partecipa anche emotivamente alla partita. Purtroppo non riesce sempre a dare il contributo che lui per primo si aspetta. Credo che anche le ultime partite avremo un giocatore ancora a corrente alternata. Detto questo c’è da sottolineare che il merito della vittoria contro Avellino va a tutti i giocatori, nessuno escluso».
All’orizzonte c’è Bologna e la Virtus sconfitta nell’ultima uscita. Che partita ti aspetti?
«Bologna è una squadra atletica con giocatori molto abili nell’1vs1, ottima in difesa dove fa valere l’enorme atletismo e fisicità soprattutto dei suoi lunghi. Come abbiamo visto all’andata è una partita sulla carta quasi proibitiva per noi, considerando principalmente la nostra struttura fisica, ma mi aspetto di vedere ancora una volta una squadra che va oltre i suoi limiti e pronta a lottare per un’altra vittoria di prestigio».