Non è stato facile smaltire la rabbia, la grande delusione per una gara che, nonostante si preannunciasse “insidiosa” per vari motivi, la Casertana ha dimostrato di poter vincere, se solo fosse stata più precisa e se la fortuna non le avesse girato le spalle. Due legni colpiti, due chiare occasioni da gol non concretizzate, ed un rigore quantomeno dubbio non concesso ai falchetti dall’arbitro sono stati gli episodi salienti che hanno “condannato” la Casertana ad una sconfitta che la taglia (o la taglierebbe, fate voi) fuori dalla lotta promozione. Senza dimenticare che il Campania, come è suo solito, non ha regalato nulla, disputando una gara positiva, intelligente, gagliarda, maschia in una struttura, il “Dietro la Vigna” che è decisamente impresentabile in un campionato di Serie D e su un terreno di gioco che ha indiscutibilmente penalizzato i rossoblu. Adesso Ferraro ed i ragazzi devono essere bravi a metabolizzare in fretta una simile sconfitta, arrivata poi in un momento cruciale del campionato. Mancano ancora quattro gare alla fine del campionato.
Anche se non abbiamo mai creduto sino in fondo ad una Casertana vincente, ad un certo punto della stagione, intimamente sognavamo che la stessa potesse realizzare il sogno promozione. E dopo cinque settimane in cui la Casertana ha accarezzato il sogno di poter tornare tra i professionisti, a Piscinola ha avuto un brusco risveglio ed è tornata a casa molto delusa sì ma senza lagnarsi troppo, i punti sono stati persi altrove. E l’amarezza, la frustrazione cresce a dismisura quando ti rendi conto che nel tuo girone non ci sono state squadre super e che l’unica, alla luce di quanto ha speso, attrezzata per vincere il campionato ha i tuoi stessi punti in classifica. Senza abortire l’idea che se il presidente Verazzo fosse stato più scaltro ed avesse avuto a disposizione un buon direttore sportivo (sarebbero bastati due-tre acquisti mirati), il divario della Casertana dalla capolista Sarnese (complimenti, bella sorpresa) non sarebbe stato di sei punti.