Purtroppo anche questa settimana le colonne dei giornali sportivi casertani sono costrette a commentare una domenica amara, forse più amara del solito, visto che perdere contro l’odiata Roma ha un sapore sempre peggiore rispetto al solito. Ma l’ultima sconfitta bianconera è presto raccontata, basta una sola parola per spiegarla: rimbalzi. Il team di coach Sacripanti, solitamente produttivo sotto le plance, è incappato in una serata assolutamente negativa da quel punto di vista. Il dato finale è impietoso: 25 le carambole conquistate dai casertani a fronte delle 50 capitoline. Varnado (10 rimbalzi) e Slokar (11) hanno letteralmente maramaldeggiato sui diretti avversari. Le giustificazioni per gli uomini di Terra di Lavoro non mancano, a partire da una panchina sempre più corta, ma quando si cattura la metà dei rimbalzi rispetto agli avversari, concedendone ben 17 offensivi, significa che qualcosa non ha funzionato in quelle che sono le consuete alchimie. Altro dato sintomatico, che spiega tante cose, è il 25,9% confezionato dalla Juvecaserta al tiro da oltre l’arco, di per sé non estremamente negativo se non fosse da rapportare col 53,3% di una Roma più precisa e meno sprecona. Poi c’è il crollo verticale dell’ultimo periodo: dopo un fantastico terzo quarto, stravinto 27-15, la Otto ha rimediato un terrificante 18-34 che l’ha condotta nel finale ad un’inevitabile sconfitta. Quando sotto le plance fai una fatica terribile, quando da lontano il canestro lo vedi col binocolo e quando devi fare i conti con una panchina volenterosa, ma tecnicamente povera, il rischio di mollare è sempre dietro l’angolo. La Juve fino ad ora non vi era incappata, lottando sempre strenuamente sino al suono della sirena, domenica scorsa, forse, un po’ ha ceduto. Reazione umanissima per dei giocatori che nel complesso si stanno impegnando oltremodo, mostrando un eccezionale attaccamento alla maglia.
Pio Carfora