“Come si cambia per non morire, come si cambia per amore, come si cambia per non soffrire, come si cambia per ricominciare…”. Si cambia. Questa volta in maniera definitiva, fino alla fine della stagione, anche se quelli effettuati in precedenza danno a coach Sacripanti almeno la possibilità di avere due settimane di vantaggio. Il cambiamento principale ed oggetto anche della citazione della famosissima canzone di Fiorella Mannoia, è ovviamente l’addio di Kevin Fletcher. Un addio che forse lo staff tecnico sperava potesse essere evitato con il rientro del giocatore nei ranghi della normalità e non della sofferenza tra caviglia e ginocchio, che con ogni probabilità (cosi come ha dichiarato lo stesso Pino Sacripanti in un suo intervento davanti alle telecamere ndr) andrà risolto con un piccolo intervento chirurgico. Ma anche un addio che in un certo senso fa tirare un piccolo sospiro di sollievo alla dirigenza di Pezza delle Noci che non certo stava li a gioire sulle disgrazie altrui, ma che di sicuro non si strapperà i capelli nell’avere un giocatore in meno all’interno del libro paga e quindi all’interno di quel calderone fumante con su scritto esborsi e costi. Insomma l’addio di Fletcher è un mezzo dolore per tutti. Un addio per non soffrire entrambi, un addio che in un certo senso ha anche qualcosa di romantico, ma soprattutto un addio per ricominciare. Jakub Kudlacek. Riparte e ricomincia da questo nome la corsa della Juve meno spasmodica di quella per la salvezza, ma altrettanto voluta come quella attuale verso i playoff. Il playmaker ceco proveniente da Reggio Emilia, ma che prima di sbarcare all’ombra della Reggia aveva provato a tentare fortuna in casa Cimberio e alla corte dell’ex Ct della nazionale Charlie Recalcati, entrerà a far parte ufficialmente non solo dei presenti in panchina, ma per forza di cosa anche nel giro delle rotazioni. Ad onor del vero, dopo quello che si è visto a Pesaro e dopo quello che si è visto in casa contro Cantù, avere il giovane regista al fianco di Collins come pedina per togliergli pressione nella gestione della squadra, è un addizione più che una disperazione. E’ ovvio che la sua presenza porta prendere in considerazione anche il rovescio della medaglia, che nella fattispecie è rappresentato da tutti i ‘buchi’ ed i vuoti tattici e tecnici che Sacripanti dovrà coprire con l’assenza dell’americano con passaporto macedone. Ma andiamo con ordine. La sfrontatezza e la presenza con la quale ha saputo affrontare due partite importanti e con clienti difficili allo stesso tempo, permette a coach Sacripanti, di riscoprire prima di tutto un’arma che non usava da tantissimo tempo e che invece era molto in voga ai tempi di Fabio Di Bella e di Lukasz Koszarek: il doppio playmaker. Due registi in campo in quelli che erano i quintetti piccoli a cui tanto il pubblico si era abituato. Doppio play che significherebbe, quindi, meno energie spese da parte di Collins che quindi arriverebbe più lucido in attacco, meno energie spese da parte di Maresca che non dovrà sacrificarsi a portare palla per lo stesso motivo, ma in alcune situazioni anche l’idea di provare a mettere assieme Collins e Bell, in un quintetto ‘mignon’ che corrono sui blocchi lasciando nell’indecisione la squadra avversaria sul quale dei due prenderà il tiro importante. Senza contare un altro corpo da lanciare sulle caviglie dei playmaker avversari senza spremere sia Collins che Smith. Ma come si diceva in precedenza non è tutto oro quello che luccica. Se da un lato l’assenza di Fletcher da spazio a Kudlacek e tutto quello che ne comporta tatticamente nel senso positivo del termine, dall’altro lato lasca i soli Stipanovic e Smith nel naturale ruolo di lunghi di questa squadra, con il croato che, quindi, resterà addirittura l’unico pivot di ruolo da piazzare contro i dirimpettaio avversari. La soluzione è mascherare. La soluzione parte da Doornekamp, considerando che sarà il capitano canadese a sacrificarsi più degli altri nel ruolo di lungo atipico e quindi tornare a spendere più tempo da numero ‘4’ che da numero ‘3’. Al suo fianco in quintetti tattici o di emergenza ci sarà anche Righetti con anche il riminese chiamato a modificare e cambiare il proprio impiego per ricominciare, per amore e per non soffrire.