E’ e non sarà mai una partita normale. Una sfida che va al di la della semplice e normale rivalità sportiva che si può creare tra due formazioni che scendono in campo per contendersi i due punti finali. Alle spalle c’è tutta una storia, c’è tutta una serie di battaglie, ma nel vero senso della parola e che sono rimaste nella storia non solo degli ‘aficionados’ di terra di Lavoro, ma di tutti coloro che tra gli anni ottanta e novanta erano soliti ed avvezzi a seguire le vicende italiane della palla a spicchi. Una storia culminata con quello che è stato definito come il miracolo sportivo mandato in onda anche dal celebre programma Sfide. Il miracolo della vittoria di uno scudetto, il primo nel sud Italia. Il primo dopo tante finali perse, il primo dopo l’addio di Oscar che tanto aveva battagliato contro quelle scarpette rosse, senza mai arrivare al traguardo finale. Il primo ed anche unico, ma non come le sfide ed i ‘face to face’ tra queste ‘nemiche sportive’ del basket italiano. Un libro dei ricordi che si è riaperto quattro anni or sono, quando la truppa casertana si è rimessa in carreggiata, quella giusto a livello nazionale, ed ha ripreso a percorrere le strade del Gotha del basket tricolore dopo le tante ‘interstatali ‘ e vie secondarie intraprese dal 1998 ovvero il momento più basso e buio della storia della franchigia bianconera. Un ritorno col botto. Un ritorno che ha lasciato segni indelebili e lacrime, ma di gioia. Un ritorno con una vittoria, una sfida ed un calore all’interno delle mura del Palamaggiò, come non si vedeva da anni e che solo i playoff e la voglia di risalita nel basket che conta avevano messo in piedi qualche mese prima. Ma mancava qualcosa. Mancava il prestigio dell’avversario, mancava quel sapore particolare che era rimasto sotto al palato di tutti coloro che hanno amato il basket all’ombra della reggia e che avevano conservato per 14 anni prima di riscoprirne l’essenza anche nei sensi e non solo nel ricordo che fu. Primo anno di LegaA, terza giornata di campionato e prima vittoria al debutto nella massima serie proprio contro l’Armani Milano. Una vittoria sofferta, una vittoria combattuta e vinta con quel tap in allo scadere di Ron Slay che fece tremare e vibrare le fondamenta del Palamaggiò come ai vecchi tempi. Non fu certo lo stesso effetto del match di ritorno di quella difficile ma soddisfacente (Caserta riuscì nella conquista della salvezza ndr) stagione, considerando l’81:51 con il quale si concluse il secondo round. Il terzo di un lungo match arrivò, ovviamente, la stagione immediatamente successiva. La prima di Sacripanti, la prima di Jones, Bowers, Ere, ma anche quella di Di Bella e Michelori. Ma soprattutto la prima e per il momento, anche l’ultima di una doppietta. Vittoria all’andata e vittoria al ritorno. Un doppio successo servì da antipasto considerando poi quello che è accaduto in seguito, ma il tutto un passo alla volta. Il primo è quello del 104:100 del Palamaggiò ed i 31 di Ebi Ere. Il secondo quello in terra lombarda con la coppia Michelori-Jones a dettare legge e guidare i bianconeri in una delle tante vittorie storiche di una stagione che resterà nella storia anch’essa. Finito? Assolutamente no. Caserta sorprende il mondo del basket italiano, conquista il secondo posto, vola ai playoff ed arriva fino alla semifinale scudetto dove incontra ancora una volta la Milano di Piero Bucchi. Si va al meglio delle cinque partite e la prima porta la firma di Monroe ed Ar4nold che espugnano Pezza delle Noci con la Juve che aveva il vantaggio del fattore campo. Immediata la risposta casertana al Forum di Milano. Doppio successo a casa dell’Armani con un altro allo scadere, come un anno prima a Caserta, ma questa volta con Jones a fare da giustiziere. Due ad uno nella serie, Milano domina la gara4 e si torna a Caseta per il match che avrebbe potuto mandare la Juve a quelle finali scudetto che mancavano da quello vinto nel 1991. Ed invece la stanchezza, la lunga stagione hanno fatto la differenza con la Juve che si ferma ad un passo dal sogno, conquista l’Europa ed anche il rispetto di tutto il mondo cestistico italiano. Come in un girone dantesco e secondo la legge del contrappasso, quella successiva è stata l’annata della doppia sconfitta: 98:84 all’andata e 74:85 al Palamaggiò. Se la vittoria di questa stagione con i 32 di Andre Smith ed i 15 di Collins contro la Milano di Scariolo, delle stelle greche e quelle italo-americane per campionati giocati nella persona di Danilo Gallinari, dimostrano che la storia è fatta di corsi e ricorsi, allora saltato l’anno della doppia sconfitta questo in corso dovrebbe essere quello della doppia vittoria o mal che vada, fatti tutti i debiti scongiuri quella di un pareggio, rimandando il destino di questa sfida ad un altro capitolo: il prossimo campionato.