Consapevolezza nei propri mezzi. Consapevolezza nell’affrontare una squadra che non solo sulla carta, ma anche nella realtà aveva di più in tutto quello che poteva mettere in campo. Ma soprattutto la consapevolezza, da parte di coach Sacripanti, di scendere in campo per la propria sfida con il passato, senza una squadra in grado di replicare fisicamente e senza quella possibilità di buttare il cuore oltre l’ostacolo e di provare l’impresa. Impossibilità non certo per mancanza dei propri giocatori, ma perché gli stessi avevano già fatto tutto questo nemmeno qualche giorno prima in quel di Pesaro, quando contro pronostico ed una formazione con tanti miss-match (anche se non tanti quanto quelli che ha potuto schierarela Bennetad ogni angolo del campo, ad ogni secondo e ad ogni rotazione di giocatore, alle quali mancavano Cinciarini e Basile per infortunio ndr), la sua Juve è uscita vittoriosa dal campo riaprendo il discorso playoff e facendolo con una vittoria storica dal momento che quella di domenica scorsa è stata la terza in assoluta nella sfida contro i marchigiani. Troppo pochi, quindi, i due giorni da dividere tra mini riposo per recuperare il fiato e preparare una sfida cosi difficile sotto i due piani principali di questo gioco: quello fisico e quello tattico. Troppo pochi per permettere a Charlie Bell di recuperare dalla botta presa a Pesaro in un contatto e quindi essere in campo normalmente cosi come lo era stato controla Vuelle.Edallora non è rimasto che prenderne atto, archiviare il tutto e riprovarci al prossimo tentativo, quando l’asticella delle difficoltà si innalzerà ancora di più passando per Milano, ma con almeno la magra consolazione che prima della sfida contro una eterna rivali degli anni gloriosi della Juve, ci saranno molto di più di due giorni, ma almeno una decina, visto che la pausa per l’All Star Game di Pesaro (al quale sarà presente Andre Smith come rappresentante di una Caserta che quindi avrà modo di restare attaccata alla tv cosi come avvenne per Jumaine Jones ndr) arriva nel momento giusto per la ricarica generale delle pile dei bianconeri. Una ricarica che, quindi, rimetterà in carreggiata e sui ventotto metri di campo la normale Juve, la squadra normale che lotta su ogni pallone, che non si fa mettere sotto da nessuno, anche se i numeri e le statistiche personali dicono diversamente. Un toccasana importante, dunque, per il timoniere bianconero che proverà ad iscriversi ancor di più nella storia casertana provando a strappare un 2-0 contro una corazzata e rivale come quella dell’Emporio Armani.
«Abbiamo giocato contro una squadra che aveva tutto più di noi – ha commentato coach Sacripanti nell’immediato dopo gara e sconfitta controla BennetCantù-. Cantù era avanti a noi in qualsiasi cosa faceva sia dal punto di vista fisico che tattico. Per quanto ci riguarda siamo arrivati troppo scarichi sia mentalmente che fisicamente per potercela giocare».
Tutta una questione fisica quindi?
«Abbiamo speso tanto a Pesaro per portare a compimento un successo importante e non abbiamo avuto modo di recuperare le forze, ma anche gli infortunati. Da questo punto di vista poi, devi ringraziare Charlie Belle per essere stato in campo nonostante il dolore e le infiltrazioni dopo la botta di Pesaro. Non avevamo Fletcher ed in corso d’opera abbiamo avuto dei problemi alla coscia anche per Collins che hanno limato ancor di più le nostre rotazioni ed energie».
Quindi in questi casi il rimedio è solo la normalità?
«Non siamo tanti, non abbiamo grandi rotazioni e quindi chi c’è e gioca deve essere al 100% per riuscire ad avere il massimo di squadra e partite come quelle contro Pesaro. Contro Cantù, invece, abbiamo resistito un quarto abbondante, prima di andare sotto ad ogni mossa e ad ogni cambio. Tra l’altro sono stati bravi a punirci quando abbiamo provato a mischiare le carte con fisicità da Eurolega e con una prestazione da parte di Doron Perkins fatta di atletismo e vivacità su ogni pallone che ha fatto tutto il resto. Ed è proprio alla luce di tutto questo che torno alla frase iniziale e dico che questa sera avevamo poco da fare e che quindi non posso rimproverare niente ai ragazzi ed accettare, quindi, che la vittoria della Bennet Cantù è stata più che meritata».