Presentato presso la sala consiliare della Provincia l’ultimo libro su Nando gentile, definito dall’autore dell’opera ‘L’Uomo dell’ultimo tiro’. A fare gli onori di casa il presidente Domenico Zinzi.
«Quando Sante Roperto mi parlò di questo progetto ne fui entusiasta, ha abbandonato le sue pubblicazioni di medicina veterinaria per tornare a parlare di basket. Caserta è un territorio che ha bisogno di questo tipo di libri per rivalutare la città, per far capire alle persone che qui si può fare sport, e lo si può fare ad altissimi livelli. Lo sport è molto importante e questo tipo di giocatori ci insegnano lo sport vero quello autentico. Sono tanti gli atleti che hanno dato lustro alla nostra città e vogliamo dedicare loro strade, parchi e perchè no, piazze, come vorremmo fare per Maggiò. Quello per cui ringrazio tanto Gentile è che in ogni situazione ha sempre tenuto a marcare la sua casertanità e questo ci onora. Con Sante abbiamo deciso di fare la conferenza proprio il giorno 5 alle ore 5…».
«Quando Sante mi ha contatato per il libro non ne ero molto entusiasta – ribatte Gentile sorridendo – è dura quando finisci di giocare e con questo libro c’è la conferma che io ho finito: 20 anni non di solo competizione, ma 20 anni di vita passata insieme ai tuoi compagni, qui non si racconta solo la mia storia, ma la storia di tutta la Juve Caserta. C’è un po’ di tutto, numeri, vittorie, quello che succedeva negli spogliatoi, come scherzi, pianti, infortuni, eccitazione. Questa città ha bisogno della Juve Caserta, ha bisogno del basket e bisogna aiutare questa squadra a tornare in alto – scherzosamente continua – ultimo tiro non della droga, anzi, la nostra droga era giocare, questo sport si vive ed io lo vivo ancora oggi, otre agli allenamenti ci vuole entusiasmo, senza il quale non si va avanti».
C’è molta emozione nella sala all’arrivo di Stefano Ianniello, Nando gli va incontro per farlo sedere tra lui ed Enzo Esposito.
«Questo libro per me – afferma l’amico delle mille battaglie – è l’occasione per ringraziare un giocatore incredibile, conosco e frequento la sua famiglia quindi lo faccio spesso in privato, ma questa è l’occasione per ringraziare pubblicamente un fratello maggiore, un idolo, un vero amico e posso solo augurargli di avere sempre di più. Colgo l’occasione anche per ricordare due persone molto importanti, Giovanni Maggiò, che ci ha dato tanto e un grande giornalista che da poco ci ha lasciati ma che ci ha sempre seguiti, Mimmo Mingione».
Interviene anche il rampollo di famiglia Alessandro.
«Nel libro manca quando mi allenava a Maddaloni e mi dava le lavagne in testa, voglio che lo sappiano tutti -dice scherzando – sono molto contento che stasera ci siano tante persone a dimostrare l’affetto che c’è nei confronti di mi padre, sono felice che abbiano scritto un libro su di lui anche se penso che gli aneddoti della sua vita siano troppi per essere descritti tutti».