«Semplicemente mi si era bloccata la schiena. Non riuscivo a muovermi, avevo dei dolori e sinceramente non avevo nemmeno la certezza di essere in grado di scendere in campo questa sera (domenica ndr). Se ho potuto giocare, però, è grazie al dottore che mi ha curato negli ultimi due giorni e che mi ha rimesso in piedi e pronto a giocare questa partita». Insomma tutto merito di un tocco magico, quello del fisioterapista Enzo Iodice, la presenza di Charlie Bell nella sfida contro Varese. Una presenza che ad un certo punto sembrava essere impraticabile per l’ex Flint, visto che la schiena non gli dava pace. Poi il rimedio e come per magia anche la mano ‘caliente’ che tutti aspettavano.
«Mi sono allenato bene e soprattutto dopo il trattamento le mie braccia e le mie gambe andavano dalla stessa parte – ha continuato lo stesso Bell sul problema che lo ha attanagliato un paio di giorni prima la partita contro la Cimberio -. Ho iniziato a tirare e segnare molto presto nella partita, questo mi ha dato fiducia, il resto l’ha fatto un feeling diverso con le mie gambe, nonostante sia stata una partita difficile e dura anche da digerire per quanto riguarda la sconfitta. Ma abbiamo giocato bene, abbiamo avuto dei buoni momenti. Anche per quanto mi riguarda mi sentivo più in feeling con i miei compagni di squadra e questo è importante per tutti»
Quindi facendo un rapido contro: 26 in amichevole e 31 nella sconfitta contro Varese. Questo vuol dire che sei ancora in corsa per la ricerca della forma migliore oppure l’hai già raggiunta?
«Non quella ottimale, ma è indubbio che quella attuale è di gran lunga migliore di quella con la quale ho iniziato questa avventura. Sono arrivato dopo un lungo periodo senza partite e qui a Caserta ne ho fatte alcune una dietro l’altra con tanto allenamento alle spalle. Ora però dopo 5-6 partite che ho giocato, dopo più di un mese di lavoro con lo staff tecnico della squadra, mi sento molto meglio, ma non credo sia finita qui. Personalmente ho ancora tanto tempo per lavorare e raggiungere il top, cosi come squadra abbiamo ancora tanto tempo per recuperare questa partita e continuare a correre per i playoff e continuare a vincere».
Quindi hai ancora tanta strada da correre come nel tuo gioco preferito: Temple Run…
«Mi piace tantissimo. Scherzi a aperte, provo a fare e dare il massimo possibile sia a livello personale che per aiutare la squadra a vincere. Quello di questa sera (domenica ndr) è stato un segnale importante per quanto mi riguarda, visto che, come dicevo in precedenza, le mie gambe hanno cominciato a rispondere al meglio e quindi posso essere finalmente d’aiuto a questa squadra».
Tutto sommato possiamo dire che Caserta ha giocato molto bene ed è stata avanti nel match per tanto tempo. Poi a metà del quarto periodo un mini blackout ha vanificato tutto. Cosa è successo?
«Abbiamo subito un parziale abbastanza pesante che ci ha portati sotto di otto punti e da quel momento è stato difficile rimontare. Non ci siamo arresi, abbiamo lottato fino all’ultimo possesso, ma alla fine abbiamo perso. Questa sconfitta, però, ci serve da lezione per il futuro e per evitare che nelle prossime partite si torni in campo meno aggressivi del primo tempo. Un po’ come ha fatto Varese che è cambiata tantissimo ed è scesa sul parquet dopo la pausa lunga, molto più aggressiva di noi».
Nelle ultime settimane tutti i media locali, e non solo, hanno parlato della Juve anche se la squadra non è scesa in campo. Si è parlato dei problemi economici della società e del futuro. Per quanto ti riguarda hai mai sentito o chiesto di questo argomento e quanto può incidere sulla squadra?
«Sinceramente non ho chiesto niente. Quello che mi importa è quello per cui sono venuto qui a Caserta e cioè giocare a pallacanestro. E non credo che abbia tanta importanza anche per la squadra, visto che quando scendiamo in campo l’unica cosa a cui pensiamo è quella di giocare al meglio, essere competitivi e vincere e lasciare alla società al management il compito di occuparsi di trovare nuovi sponsor, quello di reperire nuovi fondi. Ognuno ha il suo ruolo, il nostro è quello di giocare a basket».
Però ogni giocatore ha comprato un mattone sul muro virtuale della Juve, compreso tu…
«Certo, mi hanno parlato di questa cosa e quindi ho deciso di dare il mio contributo mettendo sul muro un mattoncino con il nome di mia figlia».
Il calendario dice Pesaro e Cantù in meno di tre giorni l’una dall’altra. Cosa ti aspetti?
«Semplicemente di vincere. In questo momento della stagione ogni partita è fondamentale ed importante per raggiungere il risultato. Quindi dobbiamo rimboccarci le maniche lavorare duro e finire questa stagione con un buon risultato».