Nato coi lodevoli propositi di fare chiarezza sull’attuale situazione societaria della Juve, la puntata di ‘Quelli che il basket’ è diventato uno show di Rosario Caputo. Volto che tradiva un certo nervosismo, occhi tutt’altro che mansueti ma, anzi, carichi come non mai, l’ex patron ha dato sfogo ai suoi pensieri tramutando tutto in un attacco che non ha risparmiato nessuno. Caputo, con abile mossa, ha girato a suo favore una serata seguita da tutti i casertani. Con abile mossa, ancora, si è lanciato immediatamente, sin dal primo ‘round’, nel terreno a lui più congeniale: dare i numeri dei suoi investimenti nel club di Pezza delle Noci (dati che non possono essere smentiti se non da chi è all’interno della società, e questo non è mai successo). L’ex presidente ha utilizzato la tattica del ‘la miglior difesa è l’attacco’. Una cartellina in mano con le cifre dei soldi che ha sborsato, di coloro che non hanno onorato i loro impegni (Sciuker e Tv Luna i bersagli scelti) e una furia verbale che l’ha portato ad usare epiteti coloriti da un lato ed offensivi dall’altro (verso dei soci definiti ‘persone che parlano e non agiscono’ ma con un vocabolo tipicamente campano). Un linguaggio decisamente troppo colorito per un ‘prime time’ televisivo ma Caputo ha deciso di colpire duro utilizzando una dialettica diretta. Una sequela di colpi degni del miglior Tyson che spazzava via gli avversari a suon di cazzotti. Si è scoperto che gli stipendi di gennaio sono stati pagati da lui che ha versato un anticipo (l’ha confermato Gervasio) oltre al nuovo attacco verso la classe imprenditoriale casertana incapace di dare una mano alla Juve. Ed ha nuovamente fatto notare che non vuole fare la fine di Maggiò o di ex presidenti della Casertana e che non è disposto a chiudere i ‘buchi’ altrui. Di fatto nulla di nuovo sotto il sole: cose dette e ridette da diversi protagonisti della vicenda. I soldi per finire questa stagione non ci sono, figuriamoci poter semplicemente pensare di costruire qualcosa per il futuro (l’ex presidente ha dichiarato che è disposto ad investire 300mila euro qualora la Juve si salvasse). Un momento di incertezza è arrivato quando gli è stato chiesto della promessa fatta durante la conferenza stampa dell’insediamento di Gervasio come presidente (conferenza tenuta nella sede della Ibg); domanda che ha stizzito Caputo che ha detto di non aver promesso 1 milione di euro per tre anni e che solo da ubriaco avrebbe proferito quelle parole. Dalla cronaca dell’epoca (articolo del sottoscritto), giorno 29 novembre 2010, questo è il passaggio incriminato: «D’ora in poi io parlerò da socio e metterò davanti le 600 famiglie che compongono la mia azienda. Lo sponsor Pepsi rimane, l’azionista rimane, ma fino al 30 giugno quando tirerò le somme e se il quadro non è migliorato, regalo la società ed assicuro 3 anni da sponsor ad un 1 milione di euro a chi subentra». E possiamo assicurare che Caputo non era ubriaco quel pomeriggio. Ora, o l’ex numero uno ha sbagliato l’utilizzo delle parole da dire, oppure il sottoscritto e la stampa, quel giorno, hanno capito una cosa per un’altra. In dirittura d’arrivo, poi, le parole di Gervasio che ha scelto la via, forse sbagliata, della pacatezza (ma è questione di carattere). Abbiamo sempre detto che l’attuale presidente non ha l’ars oratoria o l’appeal mediatico del suo predecessore, ma dal presidente ci si aspettava di più oltre all’ammissione pubblica di aver commesso un ‘errore d’amore’ nell’accettare l’incarico a suo tempo. Alla domanda se il titolo di Caserta potesse essere in vendita, Gervasio ha replicato che se dovesse arrivare un’offerta la prenderebbe in considerazione seriamente. E, qui, Caputo ha piazzato un altro colpo dicendo che il titolo non si muoverà dall’ombra della Reggia. Tra chiacchiere, mugugni, rabbia e sgomento, l’unica certezza è che il 29 febbraio bisogna trovare quasi 130mila euro altrimenti la società rischia la radiazione (sempre parole dei presenti). Mentre il muro continua ad avere un successo inaspettato (è stato piazzato anche il pesantissimo mattone dell’Harmont&Blaine) tutta la tifoseria si interroga: molto sono tornati al fianco di Caputo, altri non hanno cambiato opinione. La caccia al colpevole non porta beneficio a nessuno in questo momento storico della Juvecaserta: bisogna trovare una strategia visto che la politica, al solito, dice e non dice, vuole aiutare ma non ha i fondi, vorrebbe ma non può e non fa. Forse sarebbe meglio che parlasse di meno e provasse, nei suoi poteri sia ben inteso, a fare qualcosa nell’ombra.