Una settimana anomala, ma alla qualela Juveha fatto l’abitudine. Una settimana di allenamenti, ma senza la ‘pressione mentale’ di doversi presentare in campo la domenica per continuare la lotta, per continuare il cammino, per continuare a correre verso quella salvezza che ormai è gran parte in tasca, ma per la quale manca quella che tutti definiscono la matematica certezza. Una salvezza senza diritto di replica che permetterebbe ai bianconeri di coach Pino Sacripanti di togliersi qualche soddisfazione personale e magari rappresentata dalla qualificazione delle migliori otto di fine stagione regolare. A dire il verola Juveaveva provato a togliersi una soddisfazione simile anche nel passato recente, dal momento che i casertani sono stati a stretto contatto con la qualificazione al motivo di questo ‘stop and go’ di una settimana, prima di iniziare a parlare di nuovo di campionato e quindi di Cimberio Varese:la CoppaItalia. Una manifestazione che avrebbe dato ancora più lustro e considerazione al cammino che Collins e compagni hanno fatto fino a questo momento. Un traguardo che era li a portata di mano anche della società – che in questo modo avrebbe avuto un ulteriore canale di ritorno in termini di visibilità per provare ad attirare sponsor o partner commerciali – e che invece è scivolato via in quello che possiamo definire come il periodo più difficile di questa stagione giunta, appena, alla quarta giornata di ritorno. Un traguardo scivolato via dopo quel mese di dicembre ed inizio gennaio dove gli infortuni, le assenze ed il cambio di giocatori con l’addio a Rose e l’arrivo di Charlie Bell, insieme al tour de force di una partita ogni due-tre giorni, hanno fatto il resto. Ne bastava vincere una tra Montegranaro e forse Sassari, per poter essere dentro, ed invece. Ed invece Caserta guarderà tutti dalla poltrona di casa. Guarderà tutti gli altri pensando a come chiudere il capitolo salvezza e rimandare il discorso con i piani alta della stagione a tra qualche mese. Certo c’è chi pensa che con tutto quello che si sta facendo o provando a fare per arrivare a trovare quegli aiuti economici di cui il club ha bisogno per poter continuare ad essere presente nel Gotha del basket tricolore, parlare di playoff sembra un po’ azzardato, ma non per chi scende in campo o chi le prepara per farlo. Le parole di coach Sacripanti nell’ultima conferenza stampa “…una vittoria che ci permette di guardare meno indietro e più davanti a noi..”, dimostrano come per chi indossa canotta e pantaloncini o cardigan e jeans e sta in panchina a sgolarsi, provare ad entrare in un altro tipo di top eight, non è certo cosa impossibile. Un discorso, però, che necessità di essere spostato avanti nel tempo; un discorso che necessità di una settimana di tempo per poter tornare ad essere d’attualità, visto che al momento di scrivere l’attenzione di tutti è posta sull’evento principale: le Final Eight di Torino (un ritorno, visto che il capoluogo piemontese ha già ospitato questa manifestazione ma nel 1972 dove Milano ebbe la meglio su Varese nel derby lombardo ndr). Un appuntamento chela Juveha riassaggiato nel passato recente dopo essere stata una presenza costante in quello lontano con tre partecipazioni in finale negli anni ottanta, anche se uscendo vincitrice solo in quella del 1989 quando a Bologna (ironia della sorte nella città della squadra che nel 1984 e 1988 l’aveva battuta nell’atto finale portandosi a casala Coppaal termine di una competizione totalmente differente da quella attuale ndr) mise ko con il punteggio di 113-100la DivareseVarese.Un appuntamento assaporato al secondo anno di Lega A, il primo di Pino Sacripanti e della formazione che arrivò in semifinale scudetto e conquistò l’ingresso in Europa. Anche in quel caso il destino non fu certo benevolo con i bianconeri: manifestazione di scena al Pala del Mauro di Avellino (dovela Juveproprio non riesce ad esprimere il suo basket e vincere) contro la rivale di sempre della Virtus Bologna (guidata da Collins che in quel match segnò anche 7 punti ndr) e Caserta fuori al primo turno. ‘Vu Nere’ che non hanno certo rotto la tradizione e che saranno presenti al Pala Isozaki di Torino dove questo pomeriggio nel secondo match di giornata i bolognesi di coach Finelli incroceranno le armi con l’Armani Jeans Milano (palla a due ore 20.30) ferita nell’orgoglio per la sconfitta interna contro Sassari proprio nel turno prima della sosta. Sassari che, invece, esordirà nel primo pomeriggio contro i campioni d’Italia della Montepaschi che, quindi, restano i favoriti numeri uno per la conquista del risultato finale (ore 17.45). Il programma dei quarti di finale, è poi completato dalle sfide di domani che vedranno in scena il faccia a faccia tra due ex compagni di squadra proprio a Caserta come Timmy Bowers e Jumaine Jones nel match pomeridiano tra Venezia e Pesaro, mentre chiuderà il calendario che regalerà le quattro semifinaliste, l’interessante scontro trala BennetCantùela Sidigasdi Avellino.