Doornekamp archivia Siena: “Ci è mancato il guizzo finale, ora pensiamo a Casale”



Doornekamp in azione (Foto De Martino)

«Penso che abbiamo giocato una buonissima partita, specie dal punto di vista dell’intensità. Poi nel quarto periodo Siena ha preso quel vantaggio in doppia cifra che non siamo riusciti a recuperare fino in fondo, anche se ci abbiamo provato fino al suono della sirena». Esordisce cosi Aaron Doornekamp. Sereno e con la calma olimpica di chi sembra non essere nemmeno stato in campo a battagliare contro una corazzata come la Montepaschi. Ed invece il capitano bianconero c’era e come. Un giocatore che cambia completamente il suo modo di essere tra l’essere in borghese e l’essere in canotta e pantaloncini. Un agnellino fuori, un leone dentro il campo. Un leone che non molla mai. Un leone che quando è arrivato qui a Caserta aveva un unico tono di ruggito: quello della difesa. Un tono che nel corso degli ultimi tre anni è mutato e non certo di poco. Da jolly difensivo, vista la propria duttilità a giocare sia da ala piccola che da numero ‘4’ perdendo solo in alcuni casi in centimetri e non in intensità fisica, il canadese con passaporto olandese è diventato anche un punto di riferimento in attacco. Un campionario offensivo che ora vede non solo i classici movimenti vicino a canestro come il gancetto oppure il giro e tiro contro avversari più bassi portati a 3 metri dal canestro (con i quali ha una media partita fino a questo momento di 41% e 61 tiri presi in 17 partite e 24 minuti di media), ma anche un’arma che lo rende particolarmente pericoloso e particolarmente appetibile: il tiro dalla lunga distanza. Mentre due anni fa nella magnifica notte dell’attuale capitano juventino contro la Virtus Roma, in tanti avevano gridato alla fortuna del principiante o alla classica serata di grazia, ora evitare di lasciargli spazio dietro la linea da tre punti sta iniziando a finire puntualmente sul game plane degli staff tecnici di questa Lega A. E non potrebbe essere altrimenti, stando a quanto dicono i suoi numeri: 18/39 per un mostruoso 46% abbondante fino a questo momento.

Sintetizzando, dunque, cosa vi è mancato per portare a casa un successo che vi avrebbe iscritti direttamente nella storia?



«Magari lottare di più in difesa in alcuni momenti della partita, specie quando loro in attacco hanno avuto un momento propositivo ed hanno alzato l’intensità anche fisica del match. In attacco, invece, abbiamo sbagliato qualche tiro di troppo, ma ripeto tutto sommato abbiamo giocato una grande partita, peccato che c’è mancato il sussulto finale».

L’unico momento di calo di Caserta è arrivato nella seconda parte del terzo periodo. Secondo te quale il motivo di quale calo?

«Abbiamo provato a muovere la palla contro la loro difesa che diventava ad un certo punto sempre più aggressiva e con le mani addosso, ma abbiamo commesso qualche errore di troppo con palle perse e tiri sbagliati anche facile. Questo ha permesso a Siena di prendere quegli otto punti di vantaggio che poi si sono portati fino alla fine».

Ed ora la settimana che porta al match più importante di questa stagione: il faccia a faccia con Casale Monferrato, per un incontro che vale una grande parte di stagione. Che cosa ti aspetti?

«Non stiamo a guardare contro chi giochiamo o per cosa giochiamo. Certo la prossima settimana incontreremo una squadra che è una diretta avversaria per la salvezza, ma in genere il nostro obiettivo, quando scendiamo in campo, resta sempre lo stesso: portarla a casa a tutti i costi. Certo poi puoi riuscirci o meno, ma l’importante è arrivare alla partita concentrati, giocare forte in difesa ed in attacco provare a fare quante più cose semplici ed efficaci possibili».


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