«Quella con Siena è la ‘mamma di tutte le partite». Dovrà essere questo l’imperativo ed il liet motive del tifo casertano in queste 24 ore che ancora mancano prima della discesa sul legno di Pezza delle Noci della Montepaschi Siena. Un imperativo e liet motive che nei giorni scorsi è stato buttato li nel mucchio direttamente da Salvatore D’Angelo che prima di essere, in passato, dirigente e parte del consiglio di amministrazione, è uno dei più appassionati tifosi dei colori bianconeri. Prima di lui un appello era stato lanciato direttamente da Sergio Luise che come D’Angelo ha parlato con il cuore prima ancora che da addetto ai lavori, un cuore diviso a metà, una parte bianca ed una nera. E di sicuro non ci si può non associare a quello che fu l’esortazione proprio dell’assistente in panchina di Sacripanti: è il momento di contribuire con la presenza sugli spalti. E’ il momento di mostrare l’attaccamento ai colori e la passione che questa città ha sempre mostrato negli anni. Va bene anche se si parte da un big match come quello contro Siena, va bene anche per la curiosità di vedere se questa Juve sarà capace di piazzare, per la prima volta da quando ha rimesso piede nel Gotha del basket tricolore, un doppio colpo ed entrare nella storia dalla porta principale. Non importa la ragione, non importa il motivo per cui si è o si sarà spinti ad essere sui gradoni del Palamaggiò ad urlare, incitare Collins e compagni, l’importante è che lo si faccia e che lo si faccia nel bene o nel male. Senso di appartenenza a dei colori che sono la storia di questa città, a parte, essere presenti è anche un dovere per una squadra che per quanto fatto fino a questo momento, merita rispetto. Merita rispetto per le vittorie importanti, merita rispetto per la grinta che settimana dopo settimana mette sul campo da gioco, ma merita rispetto per la prima dedica che esce dalla bocca di tutti i protagonisti: i tifosi. Ne sanno qualcosa coloro che incuranti di tutti i problemi societari sono sempre stati presenti, in casa ed in trasferta, contro grandi corazzate o le classiche provinciali. Ed allora perché non allargare questa cerchia aumentando il numero dei presenti che lo scorso anno fecero spinta decisiva per il primo successo degli ultimi anni.
«Fino a questo momento la storia di questo campionato – ha commentato Maresca pensando alle imprese messe a segno da questa Juve – ha detto che come squadra non abbiamo mai sfigurato, che si sia vinto o perso, quando abbiamo giocato contro una squadra di grandissimo livello. Sappiamo che sarà una sfida difficilissima, ma i successi del passato ci da la consapevolezza che non sarà pienamente impossibile. Senza contare che in questo periodo abbiamo anche inserito ancora di più Belle che quindi ci può dare una grossa mano e poi anche il ritorno di Alex dopo l’infortunio anche se non al 100%».
Ti aspetti la stessa Siena?
«Non nel roster ovviamente. Ma in termini di gioco credo che il valore in campo resti lo stesso. Di sicuro per mettere in campo lo stesso tipo di partita giocata all’andata dobbiamo limitare McCalebb e limitare le palle perse».
Per voi riposo pieno, per Siena trasferta a Malaga e vittoria facile. Pensi che la partecipazione della Montepaschi alla Coppa vi dia un leggerissimo vantaggio?
«Magari non in termini fisici, ma mentali considerando che nell’ultimo periodo hanno speso forse più del previsto dal punto di vista mentale perché ogni partita, in campionato ed Eurolega era di vitale importanza. Quindi più che la stanchezza potrebbe essere la capacità di ricaricare le batteria per un’altra sfida importante dopo la sconfitta a Treviso con Venezia».
E poi a quanto detto Maresca c’è da aggiungere anche un pizzico di scaramanzia ricordando al vittoria dello scorso anno ed il 50% dei successi di Alex Righetti negli scontri diretti conla Montepaschi.Scontroche tra l’altro ha sulla testa la spada di Damocle del rinvio per questioni climatiche e che hanno portato ai rinvii delle sfide di Roma e Teramo con Montegranaro e Biella. Certo la situazione a Pezza delle Noci non è quella capitolina o quella abruzzese, ma contando il tragitto senese per giungere all’ombra della Reggia, resta almeno il beneficio del dubbio.