«E’ una vittoria importantissima che viene dopo la brutta sconfitta di Sassari». Non poteva partire da questa menzione. Non poteva partire dal ricordo di quella che è stata la sfida più brutta giocata da parte dei bianconeri in questa stagione, la conferenza stampa di Pino Sacripanti (impegnato nei prossimi due giorni a Trento con il raduno dell’Under 20 della quale farà parte anche Gaetano Spera, che ha ormai terminato la sua avventura collegiale in America ndr). Non poteva partire dal ricordo della debacle sassarese, per spiegare che quella vista a Villorba contro la Benetton è la vera Juve.
La Juve che combatte su ogni pallone, la Juve che non si arrende alla prima difficoltà, ma che insieme affronta le difficoltà e prova ad uscirne. Poi ovviamente ci si può riuscire o meno, vedi i casi di Teramo nel bene o Avellino e Bologna nel male, ma l’importante per questa squadra è lottare.
E’ mostrare i muscoli possesso dopo possesso. Far sentire la propria presenza difensiva anche quando in attacco non si riesce a trovare occasioni pulite per smuovere il punteggio sul tabellone, cosi come è capitato proprio nell’ultimo quarto contro Treviso, quando per tanti minuti si è rimasti incollati su quel 68:71 proprio a favore dei viaggianti che non riuscivano a trovare il modo giusto per scappare via.
Ma poco importa, considerando che in quel momento Caserta ha fatto quello che tutti si aspettavano: ha lottato con le unghie e con i denti. Ha mostrato gli ‘occhi della tigre’ e resistito ad ogni tipo di tentativo di stoccata dei biancoverdi, che alla fine hanno dovuto arrendersi alla voglia di riscatto e alla difesa di Maresca su Jobey Thomas nell’azione decisiva.
Coach Djordjevic aveva parlato, in sede di presentazione del match contro i casertani, di rivincita dopo la sconfitta nel match di andata che ha segnato l’inizio della stagione e arrivata con due tiri liberi allo scadere di Rose che consegnò il primo successo alla nuova Juve tutto cuore. Rivincita che il timoniere trevigiano, però, ha assaporato solo nell’unico momento di empasse juventino, quello del terzo periodo. Dopo di che è stata una Caserta attenta, feroce e presente mentalmente. Non escluso da questo contesto nemmeno Fletcher, visto che lo stesso Sacripanti ha voluto spendere qualche parola per il lungo americano con passaporto macedone: «Giusto per la cronaca Fletcher – ha continuato il timoniere canturino – non ha brillato ma non doveva nemmeno giocare, non riusciva a saltare. La buona volontà del giocatore ci ha permesso di non rimanere cortissimi: e fortunatamente il ragazzo ci ha dato una dato una gran mano».
Ovviamente non poteva mancare la propria analisi tecnica e quindi: «Sono contento soprattutto perchè siamo riusciti a fare quello che volevamo e che avevamo preparato in settimana. Abbiamo fatto una partita dove siamo stati bravi a concretizzare le nostre due idee principali per provare ad uscire dal Pala Verde con il successo tra le mani. Prima di tutto metterla in post basso nelle mani dei nostri lunghi per muovere la difesa, generare raddoppi e poi buttarla fuori per gli esterni che hanno gestito bene la situazione. E poi , ovviamente, giocare il pick and roll in movimento, sfruttando la mobilità e la mano di alcuni nostri giocatori. Tutto bene, ma abbiamo avuto dei momenti in cui abbiamo concesso troppo».
E la seconda parte dell’analisi di coach Sacripanti, infatti, è tutta dedicata al motivo per cui Caserta ha sofferto più del dovuto. Un motivo che porta un nome ed un cognome: Sani Becirovic. Senza Bulleri, in panchina solo per onor di firma, l’ex Roma era il punto di riferimento in quanto ad esperienza e leadership nonostante l’arrivo di un giocatore navigato come Jobey Thomas. E’ toccato allo sloveno far tremare il cuore non solo della Juve in campo, ma anche quello di ogni singolo tifoso rimasto nelle case di Terra di Lavoro e pronto a soffrire davanti ad uno schermo. E’ toccato allo sloveno, provare a tirare fuori il coniglio dal cilindro con quel fallo nel finale su un tiratore inaffidabile dalla linea come Stipanovic. E lui c’ha provato, ma alla fine non c’è riuscito.
«Becirovic è stato fantastico soprattutto nella capacità di mettere canestri importantissimi e commettere falli che hanno dato vita a due rimonte di Treviso. Da parte nostra, però, siamo stati bravi a non mollare e non disunirci e continuare a giocare come volevamo. Questi due punti valgono tantissimo specie perchè arrivati in condizioni difficilissime».