«Una sconfitta che fa male». Esordisce cosi Giuliano Maresca dopo qualche giorno da quanto accaduto in terra sassarese. Il commento a quella che è stata senza ombra di dubbio una delle partite più brutte di questa Juve in una stagione in cui l’elemento combattività, l’elemento, grinta e voglia di non mollare mai, l’avevano sempre fatta da padrona. Contro la Dinamo, però, tutto è venuto meno. Per la prima volta in questa stagione, infatti, Caserta è sembra essere arrendevole, è sembrata essere convinta che quella contro Sassari era una partita che non si poteva vincere una volta andati sotto nel punteggio.
«Ci sta perdere una partita in trasferta e su un campo difficile come quello di Sassari – continua l’esterno capitolino ex Brindisi e Montegranaro -. Sapevamo che non c’era nessuna pressione sulle nostre spalle, nel senso di affrontare una partita in cui bisognava vincere, insomma una sfida da dentro o fuori, ma effettivamente è come se non fossimo mai entrati in campo Se giochi in questo modo è anche difficile provare solo ad impensierire o mettere paura ad una squadra che in casa propria costruisce la maggior parte delle sue fortune».
Per la prima volta, però, quello che è mancato è la combattività. Tante volte la Juve si è trovata sotto nel punteggio, ma sempre era riuscita a tirare fuori qualcosa dal cilindro. Quale il motivo per cui non ci siete riusciti a Sassari?
«Credo che a mancarci non è stata la voglia di provarci, ma forse le forze mentali e fisiche per tentare un’altra rimonta come c’era già capitato prima. Credo che a Sassari effettivamente abbiano pesato le tante partite giocate in tempi cosi ravvicinati. I tanti sforzi fisici affrontati negli ultimi tempi e gli infortuni che ci hanno rallentato e non ultimo lo sforzo mentale della vittoria contro Biella. Tanti fattori messi assieme e che ci hanno impedito di giocare un secondo tempo simile a quello che normalmente mettiamo in campo. Ce ne rendevamo conto stesso noi in campo che anche dal punto di vista tecnico non riuscivamo a giocare il basket che volevamo e che più ci piace. Ci mancava aggressività e quando non riusciamo ad essere aggressivi, per noi è un problema».
E alla fine nemmeno Smith è riuscito a trascinarvi con la sua prestazione…
«Sono contentissimo di come ha giocato. Ero contento anche nel corso della partita stessa, anche perché senza i suoi punti, senza il suo non arrendersi mai, abbiamo evitato una imbarcata molto più pesante. Ha segnato praticamente la metà dei punti e visto la prestazione, merita tutta la nostra solidarietà ed apprezzamento per aver giocato una partita da solo in un giorno in cui non riuscivamo a dare il nostro solito contributo».
Sei d’accordo ne considerare questo momento difficile di Caserta, come espressione di un momento difficile prima di tutto negli allenamenti e per vari motivi?
«Assolutamente si. Negli ultimi tempi abbiamo avuto non pochi problemi dal punto di vista fisico. Infortuni a parte abbiamo dovuto inserire un nuovo giocatore ed il tutto accompagnato dal fatto di giocare ogni tre giorni. Tante partite ravvicinate non ci hanno permesso di recuperare energie ed infortuni, ma anche di inserire al meglio Bell».
il secondo tempo che è stato puro garbage time. C’è qualcosa che salvi del primo tempo?
«A memoria non ricordo che abbiamo fatto una cosa buona anche nel primo tempo. Abbiamo approcciato male sin dal primo possesso e quindi al momento l’unica cosa da fare è dimenticare. Metterci alle spalle questa sconfitta pesante e pensare ai prossimi impegni ed al calendario. All’orizzonte c’è la Benetton, ma soprattutto un calendario difficile da affrontare dove le buone notizie sono rappresentate dalle due soste».
In vista della Benetton, come ripartirà questa Juve?
«Ci dobbiamo ricompattare e dimenticare. Dobbiamo scendere in campo con un unico obiettivo e cioè quello di vincere a Treviso per poi sfruttare la settimana di riposo per continuare a lavorare per recuperare energie ed infortuni. Per fare questo ci serve una settimana di lavoro minuzioso ed attento a tutti i particolari».