La terza sconfitta di fila, visto il momento a dir poco complicato, poteva starci e non ha colto di sorpresa nessuno. Caserta ha ceduto sul campo dell’Umana Venezia non certo senza lottare. Ha dovuto arrendersi alle circostanze, priva anche di quel trascinatore strepito che risponde al nome di Alex Righetti, a referto solo per onor di firma. Pur tanto rimaneggiata, la Juve c’ha provato. La voglia di lottare del team caro al presidente Gervasio è facilmente desumibile da un dato numerico: i 12 rimbalzi offensivi catturati, a fronte dei soli 4 tirati giù da Venezia. Nonostante una maggiore presenza sotto le plance, Caserta non è stata in grado di concretizzare al meglio in attacco. Non lo ha fatto neppure l’Umana a dire il vero; ne è quindi venuta fuori una gara dal punteggio basso, giocata tutta sul filo dei nervi. La vittoria veneta, come spesso le è accaduto in questa stagione, si è sviluppata sull’invidiabile asse USA composto da Young (16 punti), Slay (17) e Clark (anche lui 17). Dall’altro lato Caserta ha potuto contrare sull’ottima vena di Doornekamp, autore di 19 punti conditi da un ottimo 4/6 da oltre l’arco dei sei metri e settantacinque. Dietro di lui il solito buon bottino di punti per Smith (17 con un più che discreto 7/11 da due) ed i 10 punti di Collins che, pur avendo firmato la bellezza di 10 assist, ha macchiato la sua prestazione incaponendosi con il tiro da oltre l’arco, dove ha fatto registrare alla fine un estremamente rivedibile 1/10 che non permette di alzare troppo il suo voto. In conclusione, però, aldilà dei numeri che fotografano un sostanziale equilibrio tra le due contendenti, nella mente e negli occhi di chi ha potuto assistere all’incontro disputato al PalaVerde resta una Juvecaserta gagliarda, mai doma, sempre pronta a gettare il cuore oltre l’ostacolo, anche quando la riserva sembra essere finita. Avanti così allora ragazzi, mai un passo indietro.
Pio Carfora