Un tempo supplementare da favola, 5 minuti da sogno, un Righetti in versione extraterrestre (soprattutto nell’ultima parte di gara) e uno Smith gladiatorio come al solito. Così si potrebbe sintetizzare il successo di ieri della Pepsi Juvecaserta sulla Bancatercas Teramo per 97-82, aggiungendo, però, come è già accaduto altre volte in stagione che ai bianconeri bastano 4 minuti di gara ad alta intensità per mettere in difficoltà chiunque, anche dopo prove fino a quel momento mediocri. Eh sì, perché per più di trequarti di gara la prestazione dei casertani è stata tutt’altro che spumeggiante consentendo ad una squadra dal roster ‘buonino’ di scappare anche fino al +14. Tanti errori tecnici individuali e poca coordinazione nelle fasi offensive e nelle rotazioni difensive. Più volte, infatti, si sono trovati smarcatissimi i tiratori teramani. Così come è stata scarsa nonostante i numeri la presenza sotto le plance, ma questo è cosa risaputa, data la composizione della squadra. Squadra, quella del brillante Pino Sacripanti, che nonostante qualche fase di impasse difensiva, ha carattere e grinta da vendere, nonché i numeri adatti per esaltare il focoso pubblico casertano. Ed ecco, quindi che dal 70-56 pro Teramo si è passati al 73-73 a 8” dal termine con una magia di Righetti, che ha fatto esplodere i 2300 del Palamaggiò. Due punti che sanno quasi di Final Eight di Coppa Italia e di ventata di ottimismo in casa Juve, con i problemi finanziari che stazionano davanti alla finestra del salotto buono, il Palamaggiò appunto. La struttura di Pezza delle Noci ieri è stata ben lungi dall’essere riempita nella giornata bianconera, come ci si auspicava alla vigilia del match. Certo il calore non è mancato, così come le critiche a Rose e a Fletcher, ma ci si aspettava di più in termini di presenze. Un segnale forte dalla città alla società che non c’è stato. E’ logico che un migliaio di presenze in più, soprattutto nel parterre avrebbero incrementato l’incasso di un po’, ma non sono i 32mila o i 36 mila euro a fare la differenza. Poteva essere un chiaro messaggio lanciato ad eventuali sponsor una venuta in soccorso dei casertani (inteso anche come cittadini della provincia) per far capire che la massima espressione sportiva del territorio ha seguito e di conseguenza ha senso sponsorizzarla e sostenerla siano essi aziende o professionisti o entità aliene. Invece, Caserta in parte ha fallito. Bisogna, però, remare dalla stessa parte: società e politica in primis. Bisogna, poi, pubblicizzare di più gli happening che vedono la Pepsi impegnata anche sul territorio, anche se di sforzi se ne stanno facendo, ma evidentemente in una provincia tra le ultima in Italia per vivibilità, questo non basta. Dopo il fallimento del progetto del ‘consorzio’ ora Gervasio si deve giocare bene le sue carte e vedere di risolvere la situazione. Ora più che mai per evitare un altro 1998 serve l’unione di intenti degli sportivi, casertani e non, per salvare e magari rilanciare la Juve (meglio se un passo alla volta). Chi di dovere prenda esempio dagli ultimi 4’ di gioco della Pepsi contro Teramo e si dia fiducia a questo progetto che non può fermarsi adesso, sul più bello. Si dia almeno un po’ di credito così come Sacripanti ha fatto con Marzaioli, ieri andato anche a segno (canestro e fallo con tanto di gioco da tre punti). Le critiche, poi, proprio a Sacripanti da parte di alcuni sono state obiettivamente eccessive, dettate da una pancia che potrebbe anche starsi zitta. Se è vero, infatti, che Fultz, Amoroso e Cerella stavano per fare la festa ai bianconeri e son stati lì lì per festeggiare con i 7 temerari tifosi teramani una vittoria, è pur vero, d’altro canto, che il tecnico della Juvecaserta da questo gruppo sa tirare fuori il meglio gestendo ottimamente gli atleti a disposizione. Quello che manca alla squadra è un briciolo di tranquillità in più e qualche ‘grado di calore’ che gli abbonati rimasti a casa ieri, nel giorno in cui il la tessera non valeva, potevano certamente concedere a questa Pepsi dei miracoli. Anche se c’è crisi. Con la necessaria serenità questo gruppo di veri professionisti potrà forzare di meno un tiro da sotto o distrarsi di meno in difesa. Buon natale, dunque, alla Juve che merita sulla fiducia un po’ di torrone al cioccolato di quello buono e un po’ di carbone nella calza dei casertani (non gli instancabili sostenitori bianconeri a cui vanno tutti gli applausi, quasi quanti ne vanno tributati a Righetti). Per quanto mi riguarda, invece: i 35 euro meglio spesi degli ultimi tempi, per le emozioni vissute, perché forse fa bene (tranne alle mie coronarie) vincere anche così per compattare, ancora di più, un ambiente attorno ad un gruppo solido.