Punto e a capo. Di sicuro sarà questo il liet motive di questa settimana da parte dei bianconeri che in vista della partita interna con Teramo, non possono certo far pesare e pensare più di tanto alla sanguinosa sconfitta contro la Vanoli Cremona. Ma cosi come è importante mettere un punto è altrettanto importante, provare a spiegare, con i protagonisti stessi, quello che è accaduto in terra lombarda in una partita che ha consegnato ai tifosi bianconeri una Caserta a tratti irriconoscibile e brutta.
«Non abbiamo certo giocato la nostra miglior partita – ha esordito Sergio Luise assistente in panchina di coach Sacripanti -. Non siamo riusciti a fare niente di quello che avevamo detto o provato in settimana e questo ci ha penalizzato».
Quale la chiave della sconfitta?
«Gli uno contro uno. Non siamo riusciti a fermare quel tipo di gioco della Vanoli che senza Von Wafer e quindi senza il loro principale terminale offensivo, hanno fatto un passo in avanti. Lighty e Roderick sono stati decisivi in questo, mentre di squadra abbiamo concesso tantissimo dalla lunga distanza ad una squadra che viaggiava, prima della sfida contro di noi a percentuali molto più basse di quelle vicine al 50% messe assieme contro di noi. C’è mancato il gioco di squadra. Volevamo e abbiamo provato a fare tutto da soli e questo non è il nostro gioco e non è il gioco con il quale abbiamo vinto fino ad ora ed i numeri parlano chiaro: 20 palle perse e solo 7 recuperate».
In più ci sarebbe anche quella voce assist che da sola potrebbe anche bastare.
«in genere sette assist sono solo quelli personali di Andre Collins che invece ha chiuso con due. Questa è la dimostrazione che non siamo riusciti a far girare la palla e non siamo riusciti a giocare l’uno con l’altro».
La ragione di tutto questo?
«Abbiamo avuto una settimana difficile. Con questo non vogliamo trovare scusanti, ma la ragione sta proprio nella settimana di avvicinamento alla partita. Le partenze, i cambiamenti e le assenze non ci hanno permesso di allenarci assieme e quindi con quella intensità delle settimane scorse. E’ successo un po’ quello che successe prima della partita di Pesaro».
Eppure il tecnico ed espulsione di Cinciarini poteva essere un’occasione molto simile a quella interna con Milano per arrivare al successo. A Cremona, invece, cosa vi è mancato?
«E’ l’ambiente che fa la differenza. In occasioni del genere in casa ti esalti e provi a piazzare il colpo. IN trasferta è il pubblico di casa ad esaltare i propri giocatori ed in quel momento è come se avessimo avuto il sentore di difenderci da qualcosa e non di continuare ad aggredire».
In casa Juve ormai l’abbiamo imparato tutti non si parla mai dei singoli, ma un uomo in meno in cabina di regia ed un altro dovuto alla prestazione poco brillante di Rose, fanno la differenza.
«E’ ovvio che nonostante Collins, nonostante i 5 minuti di buona fattura di Marzaioli e dell’aiuto che possiamo avere dagli altri, la partenza di Ciorciari ci ha privato di un play puro da affiancare a Collins a prescindere di quello che poi era il rendimento della partita. Quanto a Rose, quello che possiamo dire è che lui deve capire che sforzarsi di restare sempre concentrato sulla partita e non uscirne ad un certo punto per noi è fondamentale. Che ad una cosa buona ne devono seguire altre e che se magari si sbaglia un tiro deve continuare a tirare».
Quale il punto di partenza per la sfida contro Teramo?
«Ritrovare il gioco di squadra. Ritrovare la circolazione di palla ed i movimenti senza palla di tutti i giocatori senza aspettare che il compagno trovi la propria soluzione personale. E poi migliorare nella gestione della palla sui raddoppi e quindi far passare il gioca da dentro a fuori, quando ci raddoppiano Smith».