Neppure il tempo di metabolizzare il pari di giovedì e falchetti subito in campo per l’ultima trasferta del 2011. Domani infatti Mortelliti e compagni saranno di scena a Brindisi che a questo punto rappresenta il bivio stagionale. Perdere farebbe una volta per tutte tramontare le speranze di rimonta. Un successo invece restituirebbe morale alla squadra e probabilmente farebbe placare anche le polemiche del post gara di giovedì. Tralasciando la contestazione al presidente (che infastidito avrebbe dichiarato di essere pronto a lasciare), il pubblico vuole vederci chiaro sulle reali possibilità della rosa e soprattutto sulla volontà di continuare a investire da parte del club. Dicemmo che dopo Martina e Brindisi avremmo capito meglio di che pasta fosse fatta questa Casertana. Il pari di due giorni fa ha evidenziato i limiti dell’organico. Limiti quasi esclusivamente atletici per il momento anche se all’improvviso quella perfetta macchina da gol (almeno in casa) sembra essersi inceppata. Poca lucidità e mancanza di cinismo negli ultimi venti metri. Il tutto riconducibile alle precarie condizioni fisiche di tutti i calciatori. Bisognerà perciò stringere i denti e andare avanti per un’altra settimana. Dopo l’Internapoli inizierà un programma di potenziamento che speriamo possa risolvere tutti i mali dei rossoblù. Prima però sarà importante non perdere altro terreno. Vero è che i brindisini con il cambio societario e tecnico hanno cambiato marcia. Ma se si vuol rimanere in scia delle altre non sono ammessi passi falsi. In caso di ko saremmo i primi a giudicare chiuso il discorso promozione. Parola che per il momento mister Ferraro non vuol neppure sentire poiché ripete che il suo è un programma a lungo termine. Domani saranno assenti gli squalificati Ginobili e Della Ventura. Facile immaginare gli inserimenti di Okoroji e Burgos. Partirà dalla panchina invece Raffaele Stigliano che è abile e arruolabile ma ha sostenuto solo un paio di allenamenti con i nuovi compagni e non si può certo chiedere l’impossibile. Non resta che attendere, incrociare le dita e sperare che la dea bendata possa dare una mano ai nostri.