La quindicesima tappa di ‘Colore e Calore’ ci porta, in solitudine, al palazzetto di Viale Tiziano in zona Foro Italico. Siamo nella Capitale, fa freddo e piove a dirotto. La location è cambiata. Rispetto al passato è cambiata la location: niente freddo Pala Eur, colore al Viale Tiziano che è ‘piccino’ ma riesce a contenere meglio la tifoseria locale. L’ingresso della Juve (con la shirt delle Special Olympics) è stata addirittura salutata da qualche applauso e zero fischi. I soliti cori avversi nel corso della partita, routine, niente di particolare, nessun gesto provocatorio. Si sentono abbastanza, sicuramente meglio rispetto all’Eur, ma nel momento culminante si spengono anche loro, i tifosi, insieme alla squadra. Ma, nuovamente, è triste essere soli in trasferta. Il solito, assurdo, divieto ha privato la sfida di sabato di una cornice di pubblico maggiormente calda e passionale. Ormai è consuetudine vivere un Roma-Caserta, o viceversa, senza la presenza della tifoseria ospite. Male, malissimo anche perchè vengono penalizzati i tifosi che hanno veramente a cuore le vicende della propria compagine, siano essi capitolini o casertani. Pagano sempre loro per una storia vecchia di ruggini e problemi: una storia che, ormai, risale ad oltre venti anni fa quando c’era maggiore partecipazione su ambedue i fronti. Pagano tifosi che si fanno chilometri in giro per la nazione pur di tenere alto il loro vessillo. Pagano loro e dispiace perchè basterebbe un briciolo di prevenzione, un briciolo di controlli maggiore e tutto sarebbe possibile. Sarebbe possibile per un casertano andare a Roma e per un romano andare a Pezza delle Noci. Essersi abituati a questa tiritera non vuol dire rassegnarsi. Essere sicuri che il divieto arrivi non vuol dire piegare il capo supinamente e non gridare la propria indignazione per questa scelta. Stavolta, addirittura, si sono presi la briga di avvisare i casertani appena 24 ore prima della palla a due. Ok, non si erano organzziati pullman o carovane di macchine, ma restra francamente incomprensibile dover aspettare 24 ore prima della gara per avere la comunicazione ufficiale. E’ l’ennesimo errore all’interno di una storia triste e spiacevole. Una storia che fa male e rabbia perchè quella che è una ‘classica’ del basket italiano non deve essere vissuta in questo modo. Peccato, è stata persa una grande occasione per abbassare i toni e vivere, serenamente, questa bellissima sfida. A festeggiare ogni canestro della Juve c’erano una decina di sostenitori, i fortunati che risiedono nel Lazio ed hanno potuto comprare regolarmente il biglietto. Veramente una malinconia, posso solo immaginare la mia città completamente deserta, attaccata davanti alla tv o alla radio per seguire questa nuova epica vittoria. Tra i presenti anche l’ex giemme bianconero Betti (con cui ci siamo cordialmente salutati) ed il cantante degli Stadio, tifosissimo della Fortitudo, Curreri (tantissimi abbracci con Pozzecco). E tanti applausi anche ai due ex Alex Righetti e Marko Tusek. Questo il colore della giornata, il calore vorrei dedicarlo ai casertani. La Juve vive un momento difficilissimo, lo sappiamo tutti a memoria. Manca un milione, la squadra rischia di perdere i pezzi o, peggio ancora, di scomparire cammin facendo. E’ il momento di dare una nuova mano, spinta, contributo, obolo, chiamatelo come volete. C’è l’associazione di Don Stefano che raccoglie fondi tra noi ‘comuni mortali’ che non possiamo permetterci quote con molti zero. Il codice IBAN è IT 58 O 08987 74840 000010333898. Premesso che spetta ai vertici societari, Caputo e company fare il passo vero e forte, ma ognuno di noi, nel suo piccolo, può dare una mano. E’ un momento di crisi per tutti, in qualsiasi settore si fatica ad andare avanti e chi meglio di un casertano può dirlo, ma poche cose abbiamo belle qui. Lottiamo per tenerle vive. Forza Caserta, forza. Forza!!!