La sconfitta rimediata al Pianella di Cantù non ha certo sorpreso i competenti tifosi casertani, consapevoli alla viglia della distanza di valori tra la Bennet e la Pepsi. Distanza che non si è vista nei primi 20 minuti di gioco, quando il rendimento del team bianconero è stato eccellente; ma è emersa evidente dal terzo periodo in poi, quando i canturini hanno dimostrato il motivo per il quale non solo in Italia, ma anche nella massima competizione europea, si stanno mostrando all’altezza di recitare un ruolo da assoluti protagonisti. Caserta si è trovata dinanzi un’avversaria di grosso valore che ha saputo chiudere la partita con cinismo, puntando sulle doti balistiche di un intramontabile Gianluca Basile che con i suoi 23 punti e soprattutto col suo 4/5 da oltre l’arco ha spaccato la partita e squassato il fragile equilibrio della squadra di coach Sacripanti, rettosi per tantissimo tempo sulle spalle di un ottimo Tusek, top scorer casertano con i suoi 16 punti, frutto di percentuali eccellenti al tiro: 3/3 da due, 2/5 da tre 4/4 a cronometro fermo. Il neoacquisto casertano, che ha confezionato anche quattro rimbalzi difensivi, non è bastato però ad una Pepsi che è stata delusa da altri importanti componenti del roster, come Smith, discontinuo con i suoi soli 6 punti ed una rivedibilissima prestazione dalla distanza: 0/3. La vittoria di Cantù, come spesso accade, è la vittoria del collettivo, quello che la Juve non ha saputo mettere in mostra domenica scorsa. Il team di Trinchieri, infatti, oltre ad un magistrale Basile, ha avuto altri quattro uomini in doppia cifra: Shermadini (10), Markoishvili (11), Lighty (16) e Mazzarino (11). A questi si aggiungano i 9 punti di un sempre preziosissimo Leunen che ha compensato la mancanza della doppia cifra con la conquista di 7 rimbalzi. Insomma, Caserta deve accettare con tranquillità una sconfitta che alla vigilia in molti potevano pronosticare. Non resta che rimboccarsi le maniche e cercare contro Milano un po’ di quella “magia” ottenuta nelle prime tre vittorie stagionali.
Pio Carfora