Il Pianella di Cucciago non è certo un campo che porta fortuna alla Juvecaserta. Nelle precedenti 23 sfide solo cinque vittorie e ben 18 sconfitte. Il bilancio complessivo tra Lega A, A2, Coppa Italia, playoff e coppe europee vede in vantaggio i canturini 26-18. Il trend negativo dura da ben ventitré anni. Era infatti il 22 ottobre dell’88 quando la Snaidero violò 102-105 il parquet lombardo. Era la Juve di Oscar, Glouchkov, di Boselli, Polesello, degli scugnizzi Gentile, Esposito e un Dell’Agnello che si stava consacrando. Dall’altra parte Antonello Riva e Jeff Turner provarono a ricucire gli oltre dieci punti di distacco accumulati nella ripresa ma i due punti andarono ai bianconeri. Da quel momento una lunga serie di sconfitte. Alcune anche brucianti. L’anno dopo la Vismara si prese la rivincita sulla Phonola con cinque uomini in doppia cifra, Mannion e Bosa implacabili e finì 90-85. Molto equilibrato anche il confronto nell’anno del tricolore quando nonostante le ottime prove di Frank e Shackleford i padroni di casa si imposero con un monumentale Pessina autore di 39 punti. Finale concitato con Caserta che accarezzò il sogno fino all’ultimo. L’8 dicembre del ’91 grande primo tempo dei campani guidati da Gentile. Poi nei secondi 20’ salì in cattedra Coldwell che sovrastò Thompson e il 60% dalla media fece il resto (78-69). Non andò meglio neppure la stagione successiva quando Mannion infilò 42 punti con il 70% nel tiro pesante. Troppo per la Phonola a cui non bastò i 24 di Esposito. Senza storia invece il confronto del ’94 . Fu dura senza Shack, pessima mira da due (40% contro il 71%) e i 32 di Tonut furono determinanti. Si arriva alle sfide di A2 e anche qui il bilancio è tutto per Rossini e compagni. 78-67 il 22 gennaio del ’95. Mc Caffrey non c’è e per i padroni di casa è tutto semplice grazie anche ai canestri di Anderson e alle bombe di Marco Baldi. Mayer e Pastori salvano la faccia ai compagni. Nella fase ad orologio arriva addirittura un imbarazzante -20 con Caserta superiore solo nel tiro da 3 (4/6) ma Polti molto più concreta con i vari Bosa, Gilardi, Buratti e Sambugaro. Stesso copione l’anno dopo. Quindici di scarto alla seconda di ritorno. Senza l’ex Mannion è tutto facile per i ragazzi di Dodo Lombardi. Percentuali pazzesche con Thurl Bailey (26), Binotto e Rossini da applausi. Pastori e Brembilla fanno di tutto ma da soli non bastano. Ancora peggio il 24 marzo del ’96 quando il 78-52 la dice lunga sull’andamento del match. Pur con Mannion (17) la Juve cola a picco realizzando la miseria di 23 punti in venti minuti. Zorzolo e Buratti si divertono ed è tutto facile. Ma il fondo viene toccato il 1 febbraio di quattro anni fa quando la Eldo di Frates ne becca 28 di scarto (99-71) dalla Ngc. Prova mortificante degli ospiti che esaltano le qualità di Gaines, Pinkney e Lydeka. Accettabile l’81-72 dell’aprile 2010 con la gara decisa nei minuti conclusivi da Leunen e il solito Mazzarino. Striscia negativa allungata dall’87-76 risalente alla passata stagione quando Trinchieri vide andare in doppia cifra sei uomini pur aggiudicandosi i punti in palio solo nei centoventi secondi finali. Urge una inversione di rotta per sfatare il tabù canturino e regalarsi un’altra impresa dopo quella del ‘Palaestra’ di Siena.