All’indomani della sconfitta contro l’Arzanese, il presidente della S.F. Aversa Normanna Giovanni Spezzaferri e l’amministratore delegato Alfonso Cecere ribadiscono e rafforzano la loro fiducia nei confronti del centravanti granata Giovanni Longobardi. “E’ un ragazzo d’oro, che in campo dà il massimo – affermano all’unisono i dirigenti normanni – e al di fuori di esso si dimostra una persona con carisma e qualità umane innate. Il suo impegno verso la squadra e la sua disponibilità nei confronti dei compagni sono incontestabili. Abbiamo letto alcune notizie che lo davano in trattativa con altre società. A noi tutto ciò importa poco. Quello che ci interessa è l’attaccamento alla maglia che Longobardi ha sempre dimostrato ogni volta che è sceso in campo, anche in questo periodo in cui gli gira male ed in cui è additato come il capro espiatorio per la scarsa vena realizzativa della squadra. E’ un uomo-spogliatoio, una persona sensibile, che ha più volte dato prova di avere un grande senso di aggregazione. Insomma, come si dice in gergo, sa fare gruppo. Le sue doti di calciatore non si discutono. Siamo sicuri che, – concludono Spezzaferri e Cecere – una volta ritrovata la giusta serenità, arriveranno anche i suoi gol”. Dal canto suo la punta granata sente vicina la fiducia della società e dell’allenatore. “Quando hai a che fare con gente che capisce di calcio, sa osservare il lavoro oscuro che fai per la squadra ed apprezza il tuo impegno, anche le offese ti scivolano via senza lasciare traccia. Pochi notano il mio lavoro. Faccio salire la squadra, partecipo alla fase difensiva sui calci piazzati, lavoro di sponda con i compagni. Io resisto a tutto ciò che si dice contro di me e penso solo all’Aversa. A volte sento delle critiche anche prima della partita, c’è gente che viene allo stadio prevenuta nei miei confronti. Fino ad ora la forza mi è stata data dalla società e da mister Romaniello, che oltre ad essere un allenatore competente, ha delle doti umane difficili da trovare nel mondo del calcio. L’importante è la mia presenza nel vivo dell’azione. Il calcio a volte è questione di centimetri. Una traversa, una palla presa in faccia dal portiere come domenica fanno la differenza. Ora spero che questi episodi siano a me favorevoli, – si augura Longobardi – per continuare a fare gol come ho sempre fatto”.