Quattro partite ed un Europeo a fungere da ulteriore conferma: Daniel Hackett è definitivamente diventato quelli che tutti si aspettavano uno dei migliori italiani nello spot di playmaker. Il giocatore che quando si veste d’azzurro può essere il quarto elemento fondamentale di una nazionale che ormai gira tutta intorno a Gallinari, Bargnani e Belinelli. La stagione del suo ritorno in Italia con la maglia della Benetton Treviso non può essere nemmeno più considerata come un brutto ricordo, ma piuttosto un piccolo dettaglio che da due anni a questa parte resta addirittura un qualcosa di inspiegabile; forse solo la vicinanza a casa ed il ritorno nella città di appartenenza. A dire il vero a provare a dare una spiegazione a quanto accaduto in terra trevigiana, è stato lo stesso Daniel Hackett che al riguardo ha cosi commentato: «Di sicuro l’essere tornato a ‘casa’ mi ha aiutato e non poco. Ma non credo che sia stato l’unico motivo a determinare il mio cambiamento rispetto alla stagione d’esordio a Treviso. Penso che la differenza l’abbia fatto la considerazione, lo spazio e la fiducia che hanno posto in me qui a Pesaro. Qui alla Scavolini ho trovato la possibilità che cercavo per esprimere me stesso ed un sistema di gioco dove ho più libertà e più spazio».
Arrivando a questa di stagione, due colpi di enorme fattura come quelli messi a segno contro Cantù e Milano e poi una sconfitta che forse nessuno si aspettava contro Venezia. Come lo spieghi?
«Molto semplice. Abbiamo giocato due ottime partite contro Milano e Cantù, mentre abbiamo ricevuto una sonora lezione da parte di Venezia, in una sfida dove non abbiamo espresso una grande e buona pallacanestro. Abbiamo sofferto e non poco la loro zona ed il loro modo di giocare sia in attacco che in difesa. Ma sconfitta a parte credo che quello che attualmente dobbiamo fare è trovare la nostra dimensione. Riuscire a trovare il bandolo della matassa del nostro gioco e soprattutto riuscire ad inserire quanto prima White che pian piano sta recuperando dal suo infortunio. Siamo in fase di rodaggio, ma credo che la mentalità è quella solita ed ora siamo pronti a dimostrarlo anche contro Caserta».
In una sua intervista Collins ti ha menzionato come uno dei giocatori che ricorda e con il quale si sente spesso. Quale il tuo rapporto con lui?
«Un vero amico. Come giocatore poi lo ammiro molto e da cui ho imparato tanto quando era a Pesaro. Il basket però è fatto anche di partenze ed ora ci ritroveremo da avversari e quindi quello che dovremo fare è tentare di fermarlo a tutti i costi».
Quale secondo te la chiave di questa partita?
«Fermare Andre in primis, visto quello che sta facendo in questo inizio di campionato. Ma lavorare forte anche con i nostri lunghi dal momento che Fletcher e Smith stanno giocando benissimo. Insomma dobbiamo fare una partita solida in tutti gli aspetti del gioco».
Pesaro-Caserta sarà anche una sfida tra ex. Collins da una parte e Jones dall’altra. Come hai visto Jumaine in questa settimana?
«Abbastanza carico. Per lui il ritorno a Caserta è un momento speciale e quindi ci tiene in maniera particolare. Quello che dobbiamo fare è seguire la sua leadership per provare a tornare a casa con i due punti».