Credere nella quarta vittoria consecutiva, su altrettante partite disputate, era la missione degli uomini di Sacripanti che a Varese nella vittoria c’hanno creduto e come. Non l’hanno conquistata, ma ci sono andati vicinissimi, mostrandosi ancora una volta molto competitive. Partite come quella disputata a Masnago si possono vincere e si possono perdere, quel che resta è il concetto di coesione che, anche perdendo, Caserta ha saputo tirar fuori. Già, perché se non sono tutti concentrati sul risultato collettivo migliore, se non tutti si mostrano disposti al sacrificio, difficilmente riesci ad avere una reazione convinta come quella bianconera del terzo periodo, quando è stata rimessa prontamente in discussione una gara che sembrava indirizzata dal lato lombardo. Analizziamo i numeri: due sono stati i fari della Juve, ossia Collins e Fletcher, gli estremi di un asse play-pivot affiatatissimo, nonostante sia passato un solo mese dall’inizio della regular season. Il regista dal talento puro ha firmato 16 punti, ma soprattutto 9 assist (recordman di giornata). Il pivot nativo di Denver invece, imbeccato dai “cioccolatini” dell’ispiratissimo compagno, ha siglato ben 27 punti, tirando giù 8 rimbalzi. Tali prove eccellenti non sono bastate a Caserta per portare a casa i due punti soprattutto perché dall’altra parte la Cimberio ha trovato una serata assolutamente indimenticabile al tiro dalla lunga distanza. Nel primo tempo il canestro di Caserta era diventato più largo di una vasca da bagno, alla fine del match i biancorossi hanno fatto registrare un eccellente 52% da oltre l’arco; la Juve invece si è limitata al 30,4%. Gli uomini di Sacripanti hanno saputo compensare il divario balistico dalla distanza con un’ottima determinazione sotto le plance, dove hanno catturato 6 rimbalzi in più rispetto agli avversari e con una maggior precisione al tiro da due punti: 69,7% per chi giocava in trasferta e 54,3% per i padroni di casa; emblematica in tal senso la prova di un positivo Giuliano Maresca che si all’interno dell’arco è stato perfetto: 5/5, oltre questo è risultato del tutto rivedibile: 0/5. Sconfitta in definitiva poco amare per una Pepsi che va avanti con coraggio, convinta di poter dire la sua contro chiunque.
Pio Carfora