E’ il nome che forse tutti aspettano di vedere in campo. E’ il nome che negli ultimi tempi ha fatto il giro delle preoccupazioni dei tifosi per quelle condizioni fisiche che lo hanno tenuto fuori per tutta la pre-season e che ora, invece, sembrano essere messe in archivio. E’ il nome del capitano e di colui che è l’anima di questa nuova squadra: Aaron Doornekamp. Finalmente, domenica potrebbe essere il suo momento, quello che tutti aspettano, ovvero vedere il canadese finalmente in canotta e pantaloncini e con due settimane di lavoro intenso e particolare in più rispetto ai frammenti di partita visti nel torneo Città di Caserta. Ed allora la bandiera del Canada è già pronta nella valigia dei tifosi bianconeri e pronta ad essere sventolata in suo onore, dal momento che dovrebbe essere Andre Collins, o addirittura qualcun altro, a lasciare il posto al capitano juventino per la trasferta a Siena in attesa che la situazione del folletto del Maryland si ritrovi effettivamente in possesso del passaporto bulgaro e quindi possa scendere in campo con lo status di comunitario ed al fianco proprio di Aaron Doornekamp.
«Mi sento bene – ha esordito lo stesso Doornekamp nei locali della direzione generale della Galeo Energy al termine della conferenza stampa di presentazione del nuovo sponsor bianconero -. Ormai mi sono ripreso da quell’infortunio e l’ho fatto lavorando duro giorno dopo giorno ed ora mi sento pronto per scendere in campo».
Ma volendo valutare il tuo recupero in una scala, quando prevedi o ti sentiresti di dire di poter tornare al livello dello scorso anno?
«Io sono pronto anche adesso. Ho avuto tempo per recuperare forze ed energie e quindi, ripeto, mi sento pronto per giocare e dare una mano ai miei compagni di squadra».
Hai avuto tanto tempo per guardare, ammirare e valutare, da fuori, i tuoi nuovi compagni di squadra. Che idea ti sei fatto, che Juve è quella di quest’anno?
«Ovvio che siamo una squadra totalmente diversa – ha continuato il canadese con una voce calma e rilassata -. Rispetto allo scorso anno, la nostra è una squadra molto più basata sul gruppo che sulle individualità. Questo però non vuol dire che siamo privi di personalità, anzi ci sono tanti giocatori che possono rispecchiare questa qualità e credo che la sfida e la vittoria contro Treviso ne sia stata la prima dimostrazione. C’è solo un mix diverso di giocatori rispetto alla passata stagione, ma allo stesso tempo di buon valore».
Ma esattamente qual è il vero punto di forza?
«Il vero punto di forza è che non abbiamo un solo punto di forza. In squadra ci sono tanti giocatori che possono fare tante cose e farle bene. Questo ci dà più equilibrio e meno situazioni di alti e bassi. Questo è il nostro punto di forza».
Dopo la vittoria con Treviso che ti aspetti a Siena?
«La Montepaschi è la padrona di questo campionato. Hanno vinto il titolo per cinque anni di fila e quindi non sarà per nulla facile. Questo però non ci penalizza. Per quanto ci riguarda non scenderemo in campo certo con l’aria di chi ha già perso, ma per provare a vincere il match. Partire sconfitti non è nella nostra idea, ma proveremo a giocarcela».
Esattamente quale sarà la chiave?
«Evitare che Siena prenda il largo con canestri facili, giocando la loro migliore pallacanestro e mettere in fila break pesanti di 8-9 punti alla volta. Dobbiamo provare a restare attaccati al match sia mentalmente che in termini di punteggio. Se restiamo attaccati avremo una possibilità di giocarci i due punti».