Si chiude oggi la settimana di transizione, quella che non ha portato la Juve su di un campo da gioco per la seconda giornata di questa stagione dopo l’esordio vincente contro la Benetton Treviso. Una settimana in cui i bianconeri non hanno fatto altro che riprendere le vecchie abitudini. Lavoro di carico, lavoro duro in vista del futuro e di un campionato che si preannuncia lungo e difficile. Una settimana che in parole povere ha permesso alla Juve di recuperare terreno rispetto a squadre che, invece, avevano deciso di far partire la propria pre-season prima dei casertani. Certo tutti avranno una settimana in più in cui provare ad aggiungere benzina al proprio serbatoio, ma farlo a poco dalla chiusura della pre-stagione, forse ha un valore in più visto che il lavoro di carico è stato da poco messo alle spalle. Ancora più importante se si pensa che tra le fila della Juve c’è Aaron Doornekamp sempre alle prese con una rincorsa alla migliore forma personale e quella maturata dai compagni nei giorni in cui l’infortunio subito con la maglia del Canada gli ha impedito di poter spingere quel piede sull’acceleratore cosi come ha fatto, invece, il resto del gruppo. Nella speranza che i frutti di questo lavoro extra, oltre a quello che generalmente fa dopo l’allenamento da solo o in compagni di Maresca, possa dare i suoi primi frutti nella sfida contro Siena od anche prima nell’amichevole a porte chiuse con Scafati che con ogni probabilità si terrà nei primi giorni di questa nuova settimana per evitare che la squadra perda quella verve agonistica e ritmo partita che ha giovato contro la Benetton Treviso.
«Una settimana in più che ci è servita sotto due punti di vista – ha commentato il preparatore atletico della Juve Domenico Papa -. Da un lato ci ha permesso di avere sette giorni extra da dedicare alla condizione e al lavoro di Aaron Doornekamp, dall’altra di poter riprendere, dopo la prima di campionato, un discorso con carichi di lavoro cosi come avevamo fatto durante la pre-stagione. Senza contare che il coach ha avuto, poi, più tempo per dedicarsi in maniera approfondita ad alcuni aspetti fondamentali in vista della prossima uscita stagionale.
Ti aspettavi una Juve cosi pimpante contro Treviso?
«Un esordio che ci ha resi più tranquilli – ha continuato lo stesso Papa – specie per le preoccupazioni delle nostre condizioni rispetto agli avversari. Tutte cancellate, dunque, oltre che dal tipo di gioco che volevamo fare, ma anche da quell’entusiasmo e voglia di giocare che ti aumenta e raddoppia le energie».
Quindi questa settimana può essere considerata come quella che magari mancava dopo la decisione di voler partire dopo nella preparazione?
«Io preferirei fare un discorso più a lungo termine, ma possiamo anche definirla in questo modo. Abbiamo lavorato con doppi turni di lavoro e quindi una sessione mattutina ed una pomeridiana in cui abbiamo fatto un lavoro basato sulla qualità, ma anche sulla forza».
Prima parlavi di una settimana importante per Aaron. Ma volendo fare un passo indietro e sottolineare i punti fondamentali del problema che ha acuto, quale indicheresti?
«Si è trattato di un problema alla cervicale. Un problema che lo ha tenuto più di venti giorni con vertigini e quindi immobile sul divano. In quelle condizioni era impossibilitato a qualsiasi tipo di lavoro e quindi ha perso tono muscolare, oltre che condizione fisica. Quando le cose sono iniziate a migliorare, poi, il lavoro è stato graduale, nel senso che quello che potevamo mettere sul piatto della bilancia era limitato rispetto a quello che invece avrebbe dovuto essere per la presenza ancora di qualche vertigine. Negli ultimi tempi, però, la sua situazione è andata sempre migliorando ed ora possiamo dire che siamo contenti perché si allena con costanza, ma la cosa più importante è che si allena a pieno regime. E’ tornato, infatti, a svolgere lavoro in palestra con i pesi e ad allenarsi con il gruppo per tutta la durata della sessione. Dei progressi che quindi speriamo di vedere in campo già da Siena, non appena sarà risolta anche la questione del passaporto di Collins».
La sua presenza a pieno regime fa felice sicuramente Sacripanti, ma anche te, dal momento che ora puoi organizzare il lavoro ed il mantenimento fisico degli altri contando anche su di una rotazione in più, sempre che Collins abbia l’incartamento necessario per essere comunitario contro la Montepaschi.
«Assolutamente si. Un conto è lavorare sapendo di caricare gli altri dei minuti in più che Doornekamp, invece, normalmente giocherebbe ed un conto sapere di poter gestire e distribuire al meglio le forze anche degli altri giocatori».