Due punti che tolgono prima di tutto un peso dalle spalle dei bianconeri. Può essere cosi riassunta la vittoria della Juve nella prima di campionato contro Treviso, ovvero in un match liberatorio. Una liberazione non solo dai fantasmi del passato e riguardanti sconfitte allo scadere dopo partite giocate anche bene, ma a tratti, ma soprattutto liberazione sui dubbi relativi al valore e alla forza di questa squadra a confronto con le altre. Concetti, quest’ultimi, che sono stati espressi in maniera eloquente anche da Giuliano Maresca che ha cosi esordito tornando sull’importanza del successo casalingo: «Siamo molto contenti e molto più liberi mentalmente. Non l’abbiamo mai detto in sede di preparazione e di avvicinamento alla partita, ma eravamo un po’ preoccupati sulla condizione e quindi di essere ancora un po’ indietro rispetto alle altre squadre di questo campionato, dal momento che abbiamo iniziato più tardi la nostra preparazione. Senza contare che il pre-campionato non brillantissimo non ci ha aiutato a capire se era arrivata, dal punto di vista tecnico, quell’amalgama che ci serviva per una squadra completamente nuova. Questi due punti, invece, ci ha liberato di queste preoccupazioni. Tutti al suono della sirena eravamo felici e contenti non solo per il risultato finale ed i due punti, ma anche perché abbiamo giocato anche una buona partita».
Il finale, invece, è stata più paura di vincere o quella di perdere?
«Un insieme di cause sulle quale dovremo lavorare durante queste due settimane, ma soprattutto per il futuro. E’ un qualcosa che ci è già successo nella pre-season e nel Città di Caserta dove abbiamo perso due partite praticamente già vinte. Contro Treviso abbiamo fatto lo stesso, ma con l’unica differenza che abbiamo concesso solo negli ultimi due minuti di partita. Errori che potevano costarci caro e ne siamo consapevoli, ma credo che siano stati gli unici di una partita giocata bene».
La vittoria, però, vi toglie quel dubbio sulla vostra possibilità di vincere anche questo tipo di finali di partita.
«Assolutamente si, ma non solo questo. Ci da quella consapevolezza di sapere che se giochiamo ed affrontiamo la sfida in un certo modo, alla fine ce la possiamo giocare con tutti. Ci da quella consapevolezza di essere comunque all’altezza della situazione e poi quella voglia di continuare a lavorare sempre di più per migliorare ogni aspetto settimana dopo settimana».
Possibile che Treviso non si aspettasse questa Juve?
«Non ne avremo mai la certezza, ma può darsi. Anche perché le uniche note su potevano basarsi erano quelle derivanti dal nostro pre-campionato dove siamo stati una squadra che concedeva tanto in difesa con break enormi e che giocava a sprazzi. Invece domenica sera abbiamo dimostrato di avere anche una buona continuità».
Cosa è cambiato, allora, da quella a questa Juve?
«Credo che la differenza l’abbia fatta Andre Collins. Fino a domenica non aveva ancora mostrato quella leadership che invece ha messo in campo con Treviso. Per noi sapere di avere un giocatore del genere, ovvero capace di creare per se e per i compagni è importantissimo. Ci dà più sicurezza».
Guardando il rovescio della medaglia, da cosa ripartite come nota dolente e sulla quale dovete continuare a lavorare?
«Di sicuro da un dato che contro Treviso ci ha fatto male: la difesa sul pick and roll. Quello con Becirovic ci ha portati al punto a punto nel finale. Ecco quella è una situazione difensiva sulla quale dovremo ancora lavorare, ma in generale credo che poi ogni partita porterà a galla un alto tecnico su cui migliorare, intanto non dobbiamo fare altro che seguire le indicazioni di Sacripanti».
L’ultima annotazione è per il pubblico.
«Sono sincero quando dico che nel riscaldamento mentre mi guardavo intorno e sentivo gli incitamenti, un po’ mi sono emozionato. Vedere tutta quella gente che mi era sempre stata contro, fare il tifo per me e la mia squadra è stato un qualcosa di molto emozionante. Ed è per questo che la vittoria con Treviso ha una doppia valenza: è stata la vittoria anche del pubblico e per il pubblico di Caserta che è semplicemente fantastico».