Partire bene è quanto ogni allenatore auspica. Le vittorie danno morale ed il morale, in uno sport anzitutto psicologico, aiuta parecchio la prestazione. Domenica scorsa la Pepsi è riuscita ad ingranare la marcia giusta, battendo sul filo di lana una insidiosa Benetton. In un match finito con un solo punto di distanza tra le due formazioni, è arduo trovare elementi significativi nei numeri, i quali evidenziano, così come il risultato, un sostanziale equilibrio. La Juve, infatti, è riuscita ad imporsi nonostante abbia fatto registrare delle percentuali al tiro dal campo inferiori a quelle dei diretti avversari. Da due, infatti, i bianconeri hanno concluso con un discreto 58,3% (21/36) che, tuttavia, soccombe dinanzi all’ottimo 61,3% dei biancoverdi (19/31). Anche da oltre l’arco dei sei metri e settantacinque Gentile e soci hanno saputo fare meglio, piazzando un 45,5% (10/22) che ad inizio stagione è davvero grasso che cola; Caserta da parte sua ha chiuso il match con un più che onorevole 42,1% (8/19). A rendere pirotecnica la prestazione da oltre l’arco, ci si sono messi due tiratori d’eccezione come Sani Becirovic da un lato (4/6) ed il neocasertano Andre Collins, già entrato nel cuore della città con il suo 5/10. Il team di Sacripanti, leggermente meno preciso da due e da tre, ha saputo farsi rispettare dalla lunetta, dove ha realizzato 19 dei 22 tentativi a disposizione, con Treviso che ne ha segnati 16 su 21. Sostanziale l’equilibrio sotto le plance: 26 i rimbalzi di Caserta, 27 quelli di Treviso. Passando alle prestazioni individuali, è impossibile non evidenziare la prova di un sorprendente Andre Smith che alla sua prima apparizione ufficiale in maglia bianconera ha consegnato ai tifosi di Pezza delle Noci un biglietto da visita davvero niente male: 24 punti, 7 rimbalzi, 4 recuperi e 3 assist. Molto buona anche la prova di Collins (19 punti e 4 assist) e del centro Stipanovic, praticamente perfetto al tiro con il suo 6/6 da due e 2/2 ai liberi. La qualità e la volontà non mancano. E’ arrivato subito il primo risultato utile. Non resta che capire dove potrà arrivare la rinnovata Pepsi senza quella panchina lunga che in un campionato come quello italiano può fare significativamente la differenza.
Pio Carfora