Dopo aver viaggiato un po’ in giro per l’Italia, finalmente torniamo a casa. Nella nostra Caserta che, con tutti i suoi problemi, è sempre casa nostra e non nessuno deve toccarcela. Passerella in città per la Juve e seconda uscita, allo scoperto, per i ragazzi dell’Inferno Bianconero. Dopo il raduno, eccoli tornare alla ribalta nella giornata passata tra Piazza Dante ed il Teatro Comunale. Eccoli la, armati di torce, aspettare la squadra all’ingresso del teatro: i giocatori, quasi increduli, che li guardano cantare a squarciagola. Stipanovic riprende tutto con il cellulare e vedendo quelle torce, forse, ripensa alla sua Spalato. Il clima è caldo all’esterno, la ‘sacralità’ e la bellezza del teatro non incute timore ai ‘diavoli’. Mentre tutti si ammassano in platea, loro scelgono di staccarsi e vanno sù, nella galleria. Una galleria che, di li a poco, diventa una succursale della curva Ancilotto. Sono una cinquantina ma, col passare dei minuti, aumentano, d’altronde è un giorno lavorativo per tutti. Una sciarpa bianconera viene attaccata sulle parte in vetro della galleria del teatro e resta lì, segnale e baluardo della loro presenza. Ci mettono poco a scaldare le corde vocali ed il primo coro va ai ‘diffidati’. Viene proiettato il bellissimo video iniziale, quello sui 60 anni di una storia meravigliosa in bianconero, alcuni hanno lo sguardo perso nel vuoto. Altri sono visibilmente emozionati, come tutti noi. Altri contengono a stento le lacrime. Tutti applaudono quando passa l’immagine di Rosario Caputo. Si continua ed ecco il coro del giorno; inedito ma perfetto per l’occasione e la location. I cinquanta diavoli invitano ‘tutto il teatro’ a seguirli nei cori. Comincia la presentazione e chiunque salga sul palco ringrazia questi ragazzi che si fanno l’Italia in ‘lungo e largo’ sempre col vessillo bianconero in bella mostra. Scorre via la piacevole presentazione, si sprecano battute contro il presentatore e fischi di apprezzamento alle hostess. Tutto secondo copione. Spartito che viene sparagliato quando tocca a Don Stefano prendere la parola per presentare l’Associazione Amici della Juvecaserta. Il padre spirituale della squadra, il prete ultras come ama definirsi è un fiume in piena e manda in estasi (o in paradiso) i diavoli bianconeri. “Sono orgoglioso di essere uno di loro che sono la parte più bella del nostro pubblico – rincara il prelato di Casagiove -. Voglio esprimere tutta la mia solidarietà e vicinanza ai cinque diffidati, ai cinque ragazzi colpiti dal Daspo nella sfida contro Brindisi. I ragazzi della curva si fanno tutta l’Italia al fianco della squadra e quando dicono che la cap ‘n bon hanno ragione: ed io sto con loro”. Tocca a coach Pino Sacripanti salire sul palco. L’Inferno cambia ancora copione e cavonaccio: “Tu non sei un canturino” prima del classico “Sacripanti uno di noi”. Mano sul cuore e ringraziamenti ancora. L’Inferno ha dato spettacolo anche a teatro. Questa, veramente, ci mancava.
Dulcis in fundo è stato presentato l’inno ufficiale della Juvecaserta: per la prima volta c’è un inno che non sia Life is ife degli Opus. A comporlo sono stati due grandi artisti casertani come Ferruccio Spinetti e Petra Magoni. Era la prima volta che l’abbiamo ascoltato quindi il giudizio va rimandato dopo un attento ascolto. Musicalità tipica del duo, parole semplici che ripercorrono la storia del club. Impareremo a cantarlo col tempo.
Un plauso finale a Francesco Marzano, nuovo responsabile marketing della Juvecaserta. Il suo lavoro è scrupoloso, ha fatto già tanto con idee semplici ma che nessuno, prima d’ora, aveva messo in pratica. Un lavoro che darà frutti col tempo, non è il caso di farsi prendere dalla frenesia: sta lavorando tanto… e bene.