«Ancora una volta abbiamo avuto delle indicazioni positive». Questo il primo commento, questo l’esordio di Sergio Luise nel commentare la due giorni di Porto Sant’Elpidio in cui la Juve ha racimolato, però, solo consensi a metà, dal momento che i bianconeri sono tornati a casa dalle Marche con due sconfitte sul groppone. Ma cosi come si è avuto modo di indicare al momento della prima sfida contro Sant’Antimo, in queste occasioni il risultato serve solo per il morale. Queste sfide servivano a coach Sacripanti, allo staff ed ai giocatori per conoscersi meglio e per avere chiaro il modo in cui mettere in campo la squadra e le attitudini di ognuno dei giocatori. Certo corredare il tutto con dei successi, sarebbe stato il massimo, ma ovviamente non si può chiedere tutto dalla vita, o come dice Ligabue in una sua canzone: “Chi si accontenta gode”, almeno per il momento.
«Dati positivi che hanno riguardato principalmente la nostra intensità nello stare in campo. Nella prima partita – ha continuato l’assistente in panchina di Sacripanti – abbiamo giocato 20′ abbondanti di una buonissima pallacanestro. Qualche minuto in più nella seconda, ma di sicuro questo è un dato più che importante dal quale ripartire in vista di questo sprint finale verso il campionato. Abbiamo fatto dei passi in avanti, dunque, e quindi siamo contenti».
Cosi come è stato per Lecce, anche per la kermesse di Porto Sant’Elpidio quali sono stati i lati negativi su cui continuare a lavorare?
«Il primo e forse anche quello più importante è quello di non aver potuto giocare al completo e quindi senza Aaron Doornekamp. Per noi poteva essere già un grande passo in avanti sulla strada dell’amalgama generale, ma c’è stato un piccolo problema che ce l’ha impedito. Per il resto di sicuro guarderemo ed analizzeremo tutto quello che è avvenuto nella parte di gara in cui non siamo stati convincenti come volevamo».
In questa squadra non si parla mai dei singoli, ma solo del gruppo. Quindi evitando commenti personali e diretti, ma valutando i singoli rivolti al gioco di squadra che volete, quale indicazioni sono arrivate?
«Quella di Rose della prima sfida, in cui credo abbiamo dimostrato tutte quelle qualità tecniche che abbiamo visto in lui al momento di sceglierlo. Ha attaccato il canestro, ha giocato di fisico e con atletismo, ha messo anche tiro da fuori, oltre a darci anche del gioco spalle a canestro. Oltre a lui ovvio che delle menzioni vanno per Stipanovic, ma anche per il duo Smith-Flercher. Un duo che nella sfida con Pesaro ha mostrato tanti passi in avanti con Andre che ha messo in piedi una partita solidissima, mentre Kevin ha aggiustato le sue medie al tiro ed è stato molto più incisivo. Facendo un computo, però, credo che questa due giorni sia stata positiva per tanti versi e per diverse situazioni per tutti i nostri giocatori».
Ora all’orizzonte c’è il vero grande impegno. La prova generale per eccellenza: il Città di Caserta. Cosa vi aspettate fisicamente e tecnicamente?
«Fisicamente di poter aumentare i giri dell’intensità oltre i minuti giocati in questi due giorni. Siamo ormai agli sgoccioli e quindi di sicuro vorremo vedere una forma che assomigli molto a quella dell’inizio del campionato, ma soprattutto di poter correre non solo nella prima parte, ma anche nella seconda parte di ogni partita. Tecnicamente essendo il Città di Caserta l’ultimo appuntamento, cercheremo di eliminare le palle perse che sono stati in questo cammino sintomo di una squadra nuova, ma anche di carichi di lavori importanti. Senza contare che punteremo ad evitare momenti di break negativi e quindi giocare una pallacanestro quanto più semplice e lineare possibile».
Questa settimana, poi, sarà la settimana di Doornekamp.
«Assolutamente. In questa settimana dovrà andare a velocità doppia rispetto agli altri per inserirsi all’interno del gruppo e nei giochi, visto che per noi è una pedina importante».
Domenico Pezzella