«Cali di tensione e scarsa lucidità. Questi sono i due punti sui quali dovremo lavorare dopo i break subiti contro Brindisi e Avellino. Il basket in generale è fatto di break, ma quello che dobbiamo evitare assolutamente è prendere passivi cosi ampi anche se poi abbiamo dimostrato di saper reagire». Esordisce con questa spiegazione Alex Righetti nell’analizzare il 18-0 ed il 9-0 subito rispettivamente contro l’Enel e contro la Sidigas in terra pugliese nello scorso weekend. Un weekend in cui in attesa che Aaron Doornekamp metta piede sul suolo italiano, cosa che dovrebbe accadere tra oggi e domani, l’ex Virtus Roma e Avellino è stato anche insignito dell’onore di presentarsi come capitano della formazione bianconera in quel di Lecce per ritirare la coppa e fare le foto di rito, al momento della premiazione della Juve come seconda classificata. Cosa che, nel caso il condottiero canadese non dovesse essere ancora in grado di giocare un singolo minuto, dovrebbe accadere anche in vista della kermesse marchigiana a Porto Sant’Elpidio, qualora la truppa di coach Pino Sacripanti dovesse essere tra le prime tre del Torneo. Ma per il momento la prossima tappa di avvicinamento alla nuova stagione della Juve appartiene ancora al futuro. Con Alex Righetti, infatti, l’analisi è partita da un passo indietro, da quello che è successo in terra pugliese e da quelli che sono stati i dati negativi e positivi della due giorni leccese.
«Nonostante la sconfitta finale – ha esordito l’esterno che nella nuova Juve avrà il ruolo del ‘cannoniere’ dalla lunga distanza per una squadra che probabilmente userà con il contagocce questo tipo di fondamentale – entrambe le partite abbiano dato delle indicazioni positive e non solo dal punto di vista tecnico, ma anche del morale. Sin da quando siamo partiti da Caserta che quando siamo arrivati nel palazzetto di Lecce per il primo riscaldamento, il nostro obiettivo è sempre stato quello di verificare sul campo e all’interno di un match dall’intensità maggiore rispetto sia agli allenamenti che alla sfida contro Sant’Antimo, gli eventuali progressi e passi in avanti dovuto agli allenamenti. E ad essere sinceri – ha continuato senza sosta e con voce convinta lo stesso Righetti – credo che alla fine abbiamo svolto una buonissima gara, corredata di vittoria finale, contro una formazione di buon livello come Brindisi oppure una squadra che è più avanti di noi nella conoscenza del gioco non solo perché è con lo stesso allenatore dal secondo anno, ma in generale alcuni di loro si conoscono ancora da molti più anni. Quindi penso che c’è solo da stare tranquilli e continuare a lavorare in vista dei prossimi impegni, che ci serviranno per arrivare pronti e preparati alla prima di campionato».
Tranquilli anche perché poi alla fine di ogni break negativi c’è sempre stata una reazione di orgoglio da parte di tutta la squadra che non ne ha voluto sapere di gettare la spugna e lasciarsi andare.
«Abbiamo dimostrato quale è il nostro credo: lottare fino alla fine. Sia nell’una che nell’altra sfida di Lecce nessuno aveva voglia di mollare e uscire dal campo con un passivo pesante. Contro Brindisi c’è andata bene, visto che siamo riusciti a trovare non solo l’overtime, ma anche la vittoria, Contro Avellino abbiamo dovuto combattere oltre che contro gli avversari anche contro la stanchezza, ma alla fine quello che importa è che sia arrivata la reazione. Certo dall’altra parte dovremo lavorare ancora di più per evitare queste reazioni e cioè lavorare per evitare situazioni di stallo o break pesantissimi come quelli di Lecce».
Cosa ti aspetti dal prossimo Torneo?
«Fare dei passi in avanti. Ci presenteremo a Porto Sant’Elpidio con tre partite alle spalle, una maggiore conoscenza dei nostri mezzi e dei compagni di squadra. Una maggiore consapevolezza di cosa fare nei momenti di difficoltà, quindi un tantino più preparati per provare a fare dei passi in avanti su tutti i ventotto metri di campo».
Domenico Pezzella