Finisce con una sorta di massacro ai danni dell’Enel Brindisi, la finalina per il gradino più basso del podio della kermesse leccese. Un massacro che porta due punti fondamentali. Il primo è ovviamente il calo o meglio il peso della sfida da parte dell’Enel di coach Bucchi contro la Juve, visto che Brindisi è sembrata essere sulle gambe tanto in attacco quanto in difesa. Tanti gli errori in attacco da parte anche dello stesso Ndoja, che invece, contro Caserta aveva dimostrato una mano niente male sia dentro che fuori l’arco del tiro da tre punti. Ma tanti gli errori, anche, in difesa dove i pugliesi non sono riusciti a tenere a bada le varie scorribande dei siciliani che poi hanno calato il jolly che poi è stato anche l’altro punto fondamentale del massacro brindisino. Mindaugas di nome, Lukauskis di cognome. Questi i connotati di chi ha annientato sin dal primo possesso le speranze dell’Enel sparando triple a più non posso e da ogni parte del campo. Alla fine per il lituano carnefice dei ‘padroni di casa’ (tanti i tifosi dell’Enel a sostegno di Renfroe e compagni ndr) ha chiuso tra gli applausi anche dei tanti tifosi brindisini.
la cronaca. Dopo una prima semifinale da spettatore non pagante, Hicks decide che il primo quarto della sfida contro l’Enel è il suo momento. Il panamense piazza 5 punti in un amen ed anche una maggiore presenza fisica per il 10:5 pro Barcellona che presenta Martin nel quintetto base. Hunter e Lukauskis inaugurano una personale sfida da tre punti. Ndoja riprende il discorso lasciato in sospeso contro la Juve e accorcia le distanza brindisine sul -8 dopo i liberi di Lukauskis (20:12). Nella parte finale del primo periodo è Lukauskis a salire in cattedra con una scarica di punti che portano Barcellona sul +11 (29:18). Il ritorno in campo non è certo migliore per l’Enel che continua ad imbarcare acqua fino al -16 e punteggio di 36:20 con il gioco da tre punti di Da Ros. Timido il tentativo di rimonta di Brindisi che con Renfroe, Formenti e Borovnjak prova a contrastare la mano incandescente dalla lunga distanza, in pieno stile Reggie Miller, di Lukauskis che lancia la Sigma su di un sonoro +12 al suono della sirena dell’intervallo lungo. I minuti di riposo tra il primo ed il secondo tempo, non sono serviti tanto alla truppa di coach Piero Bucchi che torna in campo ancora con le gambe pesanti e le braccia corte con tanti errori dal campo. Di puro orgoglio e talento il tentativo di rimettere le cose a posto di Hunter, ma arriva puntuale l’ennesimo canestro pesante di Lukauskis e quella di Hicks (59:41 per il nuovo massimo vantaggio Sigma). Gli ultimi dieci minuti servono solo per definire il punteggio finale.
SIGMA BARCELLONA 84
ENEL BRINDISI 63
(29-18, 47-35, 68-48)
SIGMA BARCELLONA POZZO DI GOTTO: Rotundo, Sofia ne, Lukauskis 28, Green 7, Hicks 14, Bucci ne, Mocavero 6, Dordei 2, Da Ros 13, Piazza 4, Martin 8, Bonessio 2. All. Pancotto.
ENEL BRINDISI: Maestrello 7, Poletti, Formenti 7, Hunter 10, Simoncelli 2, Renfroe 9, Ndoja 6, Borovnjak 10, Callahan 6, Zerini 5, Vorzillo, Foiera 1. All. Bucchi.
Arbitri: Weidmann, Caiazza, Sabetta
Domenico Pezzella