«Sono un giocatore di basket e penso solo al basket». Esordisce con quest’affermazione alla sua presentazione ufficiale alla stampa nelle sale del Kennedy Center, Andre Smith (accompagnato dal presidente Francesco Gervasio e dall’assistente in panchina Sergio Luise ndr), che pone subito l’accento sulla prima richiesta da parte dei presenti su che tipo di giocatore fosse il talento natio del Minnesota che durante la stessa conferenza stampa ha anche sciolto le curiosità sulla sua vita personale (la moglie dovrebbe arrivare la prossima settimana per restare per tutta la sua stagione al suo fianco) oppure sul numero e sul significato dei suoi tatuaggi (una dozzina i tattoos presenti sul corpo dell’ex Everton ma simpatizzante del Liverpool di Calcio. Il primo è stato quello sul braccio destro e dedicato alla mamma con tanto di scritta ndr)
«Da quando ho iniziato a giocare sono sempre entrato in campo per vincere. Giorno dopo giorno settimana dopo settimana, il mio intento non può che essere quello di lavorare duro, giocare duro e dare tutto me stesso per dare una mano alla squadra per agguantare il successo. Tutto qui».
Come mai la Juve e l’Italia?
«Dopo i primi contatti ho chiesto un po’ in giro circa il campionato italiano e tutti mi hanno detto che è uno dei migliori in Europa dietro a quello spagnolo e quindi per me rappresentava l’opportunità di giocare in campionato di alto livello. Dopo di che ho chiesto anche informazioni sulla Juve e me ne sono arrivate di interessanti sulla storia di questa squadra, sulla passione che la gente di Caserta ha per questa squadra e lo si è visto nei giorni scorsi. Infine mi ha colpito il modo di giocare di coach Sacripanti. E’ un coach che ama giocare d’attacco e questa cosa mi ha incuriosito e non poco e quindi eccomi qui e devo dire che le aspettative non sono venute meno e mi trovo benissimo all’interno del sistema voluto dal coach fino a questo momento».
I numeri degli anni scorsi ed i primi allenamenti hanno dimostrato tanta qualità sotto canestro, ma anche una mano più morbida dalla lunga distanza. Ti vedremo solo ed esclusivamente sotto le plance oppure….
«Io sono pronto a tutto. Se l’occasione, la partita e le circostanze richiederanno la mia costante presenza sotto canestro sono pronto a lottare e sgomitare in mezzo all’area, in caso contrario non ho problemi ad allontanarmi e giocare anche di jump shoot dalla media e lunga distanza».
Pick and roll o pick and pop. Quale il tuo preferito?
«Entrambi. Posso giocare tutti e due I movimenti, ma ripeto dipenderà tutto da quello che mi verrà chiesto, ma soprattutto dai compagni con cui mi ritroverò a giocare in uno specifico momento. Per esempio se sarà in coppia con Stipanovic che è un giocatore che ama rollare molto di più verso il canestro proverò a giocare in allontanamento. Mentre con Fletcher tutto dipenderà dalle situazioni. Entrambi possiamo giocare senza problema sia l’uno che l’altro gioco quindi dipenderà dalle richieste».
E’ la tua prima volta in Italia, ma hai avuto modo di guardare gli altri roster? Conosci qualcuno?
«Certo che ho dato un’occhiata e per esempio conosco Summers di Siena o Jeff Adrien di Treviso e questo per me rappresenta anche un punto di orgoglio visto che mi ha sempre esaltato giocare contro persone che conosco. Sono pronto».
Dopo due settimane quale il tuo giudizio sulla città di Caserta?
«Non ho avuto modo di andare in giro tantissimo in questi giorni. Diciamo che la maggior parte delle mie giornate sono trascorse tra casa e Palamaggiò, ma di sicuro in futuro avrò modo anche di visitarla. Al momento quello che ho potuto constatare è che la gente qui è fantastica e c’è una grande passione».
Domenico Pezzella