Serio e con pochi sorrisi dovuti alla timidezza della prima volta in una città nuova davanti ad un pubblico (anche se formato dalla stampa al momento della presentazione nella sala clinic del Palamaggiò e prima di scendere insieme agli altri tra i tifosi in delirio ndr) ma anche da un carattere ed una personalità che lascia poco spazio ai fronzoli e che va dritto al sodo. Una ‘maschera’ che Andrija Stipanovic aveva messo da parte in quello stesso giorno del 27 di agosto di fronte a tante persone impazzite con macchinetta digitale e carta e penna per chiedergli autografi e foto ricordo. Una ‘maschera’ che il lungo croato allo stesso modo ha messo da parte nei primi allenamenti con i nuovi compagni di squadra dove si iniziavano ad intravedere i primi sorrisi continui alle parole ed incitamenti ‘goliardici’ dei vari Fletcher e Smith. Una ‘maschera’ che è stata completamente gettata al vento dopo due settimane, visto che quello che si è presentato al parco della Reggia per il secondo appuntamento con la folla ed i tifosi, è stato tutt’altro Stipanovic. Sorridente dal primo all’ultimo minuto e pronto anche ad intrusioni durante interviste video da parte di Smith ribattendo colpo su colpo: «E’ un grande, un tipo molto divertente – per poi concludere con una frase che sarebbe inutile tradurre – ‘that’s my boy’».
Sarà stato il calore della gente che dal primo momento lo ha fatto sentire come a casa, sarà stato la disponibilità dei compagni o cosa non ci è dato saperlo, ma quello che importa è che la Juve e Caserta ha già conquistato il cuore del croato devoto alla Madonna di Medjugurje.
«Sono contentissimo – ha esordito il lungo che ha folgorato Sacripanti durante le sue uscite con la nazionale Under 20 della Croazia negli anni scorsi -. Non potevo fare scelta migliore come mia prima esperienza in Italia. Caserta è una città bellissima, le persone sono stupende e poi da quando sono arrivato ho capito realmente perché mi avevano parlato di pubblico caldo».
Quale la cosa a cui ormai non rinunceresti?
«Il cibo. Si mangia benissimo».
Dalle parole della firma sul contratto ai fatti delle ultime due settimane. Che idea ti sei fatto di questa squadra?
«La stessa che m’ero fatto quando ho visto il roster al completo. Allora mi ero informato sui miei compagni di squadra e sapevo che saremmo stati una buona squadra con del talento e che avremmo fatto una buona stagione. Ora dopo queste prime due settimane di allenamento oltre a quanto detto devo aggiungere che giorno dopo giorno stiamo diventando un gruppo sempre più unito e con una buona chimica, cosa che per noi è molto importante».
Dal punto di vista tecnico chi è Andrija Stipanovic?
«Non sono solito parlare tanto e solo di me stesso. Mi sono sempre considerato un uomo di squadra e che fa tutto quello che serve per aiutare il gruppo ad arrivare alla vittoria e all’obiettivo finale. Di sicuro difesa, energia e rimbalzo. Ma se ci sarà bisogno di altro sono pronto a fare la mia parte».
E come persona?
«Amo essere sempre positivo e spero di trasmettere questa mia positività alla squadra durante la stagione»
Durante questo periodo anche noi abbiamo imparato qualcosa sul tuo conto: che sei molto religioso con tanto di tatuaggio particolare.
«La religione ed il cattolicesimo hanno sempre fatto parte della mia vita sin da quando ero bambino. Sono cresciuto in una città cattolica e devota come Medjugurje e quindi la fede e la religione sono cresciute con me».
Dopo tanto duro lavoro in palestra, domani sarà la prima occasione per parlare di basket giocato con la prima amichevole con Sant’Antimo. Quali sono le tue aspettative?
«Quelle di tutti i miei compagni di squadra: giocare bene e tornare in palestra l’indomani con delle buone indicazioni. Logico che essendo il primo test di questo gruppo, ci sarà qualche errore, ma credo sia normale e proveremo a farne il meno possibile».
Domenico Pezzella